Grande adesione oggi allo sciopero nazionale indetto dal comparto Ncc contro la riforma Salvini.
Da tutta la Sicilia sono arrivati in via Cavour, davanti alla prefettura, i driver del noleggio con conducente clacsonando con i loro mezzi in segno di protesta.
Una pausa di venti minuti tra un cliente e l’altro, la compilazione di un foglio elettronico con i dati dei passeggeri e gli spostamenti completi di orario: queste alcune limitazioni previste dal decreto 226 del 2024 che dovrebbe entrare in vigore il mese prossimo, ma che fa già preannunciare ricorsi.
Le associazioni di categoria contestano le disposizioni del decreto interministeriale 226, firmato lo scorso dai ministri Salvini e Piantedosi.
A suscitare le proteste è in particolare il nuovo foglio di servizio elettronico: una scelta che, secondo le associazioni di categoria, penalizzerebbe il lavoro delle “auto nere”, favorendo quello dei taxi. Questi ultimi, infatti, potranno accettare una corsa dopo l’altra durante il proprio turno di lavoro, mentre i clienti degli Ncc rischierebbero tempi di attesa di almeno 20 minuti.
Il presidente dell’associazione siciliana noleggio con conducente, Giacomo Briamo, ha parlato di “condizioni di lavoro inaccettabili che verranno contrastate duramente”. E l’ ncc Carmelo Galati incalza “non ci fermeremo finché non saremo ascoltati”.
In particolare i driver catanesi, come ha raccontato il noleggiatore Salvatore Pavone, sono penalizzati da questa imposizione visti i disagi che devono affrontare a causa dell’Etna che spesso quando in attività rallenta i loro spostamenti.
Inoltre, per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, il decreto prevede anche ulteriori obblighi: gli Ncc dovranno inserire nel foglio elettronico, ad ogni corsa, i dati del conducente, la targa del veicolo in uso, i dati del cliente, l’orario di partenza e arrivo, e i luoghi di partenza e destinazione. “La privacy viene violata – dice il noto attore palermitano Nicola Giosuè, in qualità di Testimonial a favore del servizio di noleggio con conducente – la conseguenza inevitabile, che già stiamo subendo da quando è iniziata ad aleggiare la riforma, è una grandissima riduzione di richiesta del servizio. D’accordo con lui il vicepresidente Asincc Alessandro Di Stefano che parla di rovinosa fine di un settore qualora la riforma dovesse trovare applicazione.
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