“Ciao Iole, ci mancherai da morire”. Con queste parole, l’ANPI ha annunciato la morte di Iole Mancini, ultima partigiana testimone degli orrori del carcere nazista di via Tasso. Si è spenta a 104 anni.

Una vita per la libertà

Iole Mancini nacque il 19 febbraio 1920 a Nemi, e durante la Resistenza fu staffetta partigiana per il Gruppo di Azione Patriottica (GAP) “Sozzi – Garibaldi”. Arrestata dai nazisti nei giorni precedenti la liberazione di Roma, subì interrogatori e torture da parte delle SS, guidate dal comandante Herbert Kappler, senza mai cedere alle pressioni per rivelare il nascondiglio del fidanzato, Ernesto Borghesi, gappista ricercato e futuro marito.

La tragedia evitata di La Storta

Nei giorni della ritirata tedesca, Iole fu caricata su un camion diretto verso il nord insieme ad altri prigionieri. Un guasto al mezzo impedì la sua partenza, salvandola dal destino crudele riservato ai deportati degli altri camion, trucidati a La Storta.

L’eredità di una testimone lucida

Per decenni, Iole Mancini ha portato avanti il messaggio della Resistenza, incontrando studenti e partecipando ad eventi pubblici. Il 25 aprile 2022, dal palco di Porta San Paolo, aveva ricordato con un filo di voce: “Oggi i giovani forse non si rendono conto che vivono in un Paese libero”. Invitava a studiare e costruire il futuro, sottolineando che la Resistenza non è solo memoria, ma anche azione quotidiana.

L’incontro con il Presidente della Repubblica

Tra i momenti più significativi della sua vita pubblica, vi è stato l’incontro con Sergio Mattarella il 10 giugno 2022, occasione in cui ribadì con fermezza i valori della libertà e della giustizia, centrali nella Costituzione italiana.

L’ultimo saluto dell’ANPI

In un comunicato ufficiale, la presidenza dell’ANPI provinciale di Roma ha ricordato Iole Mancini come un faro per la memoria e i valori antifascisti: “Che la terra ti sia lieve. Ora e sempre Resistenza”.

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