“Mentre il governo nazionale si sta “preoccupando” del Canone Rai, di precettare gli scioperi e spendere inutili miliardi per il Ponte sullo Stretto, in Sicilia si sta consumando un’allarmante “guerra dell’acqua”, con rubinetti che all’asciutto, razionamenti e le istituzioni locali che tentano di contrastare la crisi idrica anche a discapito dei territori vicini. Un contesto davvero contraddittorio, che Confeuro sta seguendo con attenzione e che rappresenta la cartina di tornasole di una questione più complessa e delicata, che tira in ballo tutto il nostro paese: quanto sta avvenendo in terra sicula, e più in generale, in Meridione, infatti è un vero e proprio allarme rosso, legato alla siccità e al cambiamento climatico, che rischia di avere conseguenze sociali, economiche e produttive disastrose per il territorio. Come peraltro le cronache siciliane di questi mesi dimostrano.

È chiaro che da parte del governo e regioni servono provvedimenti urgenti e investimenti maggiormente corposi al fine di alleggerire un contesto di una gravità inaudita, non degno per una nazione come la nostra che si definisce moderna, e che richiede interventi risolutivi sia nel breve che nel lungo periodo. In tal senso, prima di tutto è necessaria una riqualificazione infrastrutturale. E, in attesa che nel nostro paese si realizzino i progetti previsti dal Pnrr, è improcrastinabile coinvolgere di più i consorzi di bonifica al fine di rendere più diffuse le modalità di irrigazione di precisione e strumenti di difesa del suolo. Inoltre, l’utilizzo di nuove tecnologie sembra essere la strada obbligata al fine di gestire il consumo di acqua. In ultimo ma non meno importante, si deve cominciare a diffondere una nuova cultura del risparmio idrico. Le istituzioni non possono più girarsi dall’altra parte o agire tamponando semplicemente l’emergenza”.

Cosi, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli agricoltori Europei e del Mondo.

Luogo: CALTANISSETTA, CALTANISSETTA, SICILIA

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