Il segretario provinciale di UGL Salute Messina Fabrizio Denaro e il segretario provinciale UTL-UGL Tonino Sciotto intervengono sul caso Papardo
“Premesso che sarà la magistratura ad individuare eventuali responsabilità e a fare chiarezza su quanto è avvenuto alla Cardiochirurgia dell’Ospedale Papardo negli ultimi mesi, UGL Salute Messina come organizzazione sindacale, non può esimersi dal fare alcune considerazioni e riflessioni.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito nei presidi ospedalieri messinesi ad altri casi ma con esiti, fortunatamente, molto meno gravi di quelli del Papardo, e ci riferiamo al caso farmaci scaduti e a quello della gamba ingessata con il cartone. Tutti accomunati da problematiche di tipo organizzativo, che evidenziano carenze nell’applicazione e monitoraggio di linee guida, protocolli operativi, problemi organizzativi, probabilmente causate sempre dagli stessi motivi, carenza di personale, sovraccarico lavorativo, formazione inadeguata, modelli organizzativi obsoleti.
UGL Salute sostiene da sempre che il paziente deve tornare al centro di tutta l’organizzazione della sanità e dovrebbe essere chiaro a tutti coloro che lavorano in questo settore, da chi sceglie le figure per gli incarichi di vertice e di responsabilità, dai vertici delle aziende all’ultimo dei magazzinieri, ognuno per le proprie responsabilità, che l’unico e solo obiettivo deve essere quello di offrire un servizio all’altezza delle aspettative, che garantisca e tuteli la salute dei pazienti. Come già abbiamo dichiarato in passato, per i casi di aggressione agli operatori sanitari, gli ospedali devono tornare ad essere luoghi sicuri e questo passa anche dal lavoro e dall’attenzione di tutti. Quotidianamente leggiamo di “eccellenze” sanitarie sparse su tutto il territorio regionale. Purtroppo, in molti casi la realtà è diversa. Il recente report dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas) conferma una realtà a tinte più scure che chiare per la sanità regionale e provinciale, in particolare per quanto riguarda la prevenzione e gli screening, disegnando due Italie, con la Sicilia in difficoltà. Cosa che è un po’ sotto gli occhi di tutti, in molti casi i servizi ospedalieri non sono adeguati, è presente una diffusa disorganizzazione o spesso bisogna improvvisare soluzioni tampone per garantire i servizi, a fronte di una cronica carenza di personale, e tutto ciò mentre molti siciliani emigrano per potersi adeguatamente curare. Forse è arrivato il momento di ripensare i modelli organizzativi, di applicare protocolli e procedure dare una regolare normalità alla sanità messinese.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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