Sono note attraverso i mass media le intollerabili vicende che subiscono gli Enti di formazione professionale e l’utenza per i ritardi delle erogazioni dei finanziamenti e per le disfunzioni dei Servizi del Lavoro, più segnatamente del Servizio pubblico formativo, destinati alle giovani leve alla ricerca di qualifiche professionali e dell’occupazione.
La carenza di personale pubblico, spesso non adeguatamente formato ed aggiornato, addetto ai Servizi del lavoro e della formazione professionale, destinato ad assolvere questi delicati Servizi, ha finito per porre la Sicilia all’ultimo posto, come qualità del servizio reso ai cittadini, tra le Regioni italiane.
La riforma nazionale di cui al D.Lgs. 118/2011 e le norme regionali di cui alla l.r. 3/2015 (la contestata legge Baccei) hanno finito per determinare le mancate necessarie anticipazioni dei costi da sostenere da parte degli Enti accreditati, per lo svolgimento di delicati Servizi pubblici destinati alle nuove generazioni, con la conseguenza che i lavoratori degli Enti non vengono pagati regolarmente.
Il personale docente esterno, per il quale si chiedono titoli di studio ed esperienza didattica superiore al quinquennio, non si rende disponibile, perché i compensi non avvengono nei tempi previsti.
Sinanche gli allievi in atto non ricevono le indennità di presenza, che possono essere erogate ancorchè mensilmente, solo al termine delle attività corsuali, quando gli acconti pari all’80%, se erogati, sono stati utilizzati e gli Enti, a fronte dei ritardi delle diverse rendicontazioni pendenti, non ottengono il restante 20% dei progetti finanziati e non sono in condizione di sostenere altre anticipazioni.
Si determinano così contenziosi e procedure esecutive, che portano al fallimento degli Enti, al licenziamento dei lavoratori e al collasso dei Servizi della Regione, gravati dai contenziosi.
Si rende pertanto necessario e urgente “tornare indietro quando le cose funzionavano meglio” adottando disposizioni amministrative che consentano di anticipare, come avveniva in passato, l’80% del finanziamento in conto corrente vincolato, perché dovuto e accreditato dai Fondi europei nella Cassa della Regione, con ristorno a suo favore degli interessi maturati dalle somme destinate in conto corrente alle spese di gestione e del personale delle attività formative.
Il restante 20% non può e non deve essere anticipato dagli Enti, ma in forza dell’assunzione degli impegni assunti per il completamente delle attività formative, va presentato ed erogato all’Ente che rendiconterà entro 60 giorni documenti di spesa e relative quietanze.
Dunque la situazione esistente è intollerabile, perché si tratta di Fondi europei che riguardano assegnazioni vincolanti a scopi specifici, accreditati nella Cassa della Regione, disponibili nella contabilità di bilancio; tali fondi, diversamente da quanto avviene in altre Regioni e da quanto avveniva in passato, non sono erogati tempestivamente.
Si rende necessario che il Presidente della Regione, più volte intervenuto per rimuovere l’esistente, gli Assessori del ramo, i Capi Dipartimento che gestiscono il Fondo Sociale Europeo, la II Commissione Bilancio, i Gruppi parlamentari, si adoperino affinché attraverso adeguati provvedimenti amministrativi rimuovano la situazione esistente, stante che la riforma, di cui al Decreto Legislativo 118/2011 e disposizioni successive, stabilisce i principi contabili generali ed applicati per le Regioni e gli Enti Locali, ma non ha disposto quanto in atto si verifica in Sicilia, risultato di incompetenze e inefficienze burocratiche e amministrative che si perpetuano da oltre un decennio.
Il Parlamento siciliano potrà, altresì, intervenire per modificare la legge regionale Baccei n.3/2015 “Disposizione in materia di armonizzazione dei bilanci” che rappresenta una discreta legge regionale che applica il Decreto Legislativo n.118/2011 e successive modifiche e integrazioni.
Le disfunzioni riguardano l’Assessorato all’Economia, i diversi rami dell’Amministrazione, gli Enti strumentali e gli organismi strumentali della Regione, per cui pare opportuno che il Parlamento siciliano aggiorni la legislazione regionale in materia.
F.to Luciano Luciani
Presidente Istituto Italiano Fernando Santi
Ente nazionale di cui alla legge 40/87
Luogo: Istituto Italiano Fernando Santi, Via Simone Cuccia , 45, PALERMO, PALERMO, SICILIA
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