Quattro militari italiani della Brigata Sassari, tutti sardi, sono rimasti lievemente feriti oggi nell’attacco alla base UNP 2-3 di Shama, nel sud del Libano, che ospita il contingente italiano e il Comando del settore ovest di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon).

Le loro condizioni di salute non destano preoccupazioni e i militari hanno già rassicurato le loro famiglie. I nominativi e le località di provenienza non sono stati resi noti.

Il ruolo della Brigata Sassari nella missione Unifil

La Brigata Sassari ha assunto il comando del contingente italiano e del settore ovest di Unifil ad agosto e rimarrà operativa fino a febbraio. Il contingente è composto da 500 soldati, appartenenti al Comando Brigata, al 151° Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5° Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45° Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”.

Indignazione e solidarietà da parte delle istituzioni italiane

La notizia dell’attacco ha suscitato profonda indignazione e preoccupazione tra le istituzioni italiane.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai militari feriti e alle loro famiglie: “Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco ancora una volta che tali attacchi sono inaccettabili”.

Crosetto: “Intollerabile che le basi Unifil siano colpite”

Anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha condannato fermamente l’accaduto: “Ho immediatamente contattato il Comandante del Contingente, Generale di Brigata Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie”.

Crosetto ha inoltre sottolineato la necessità di evitare che le basi Unifil vengano utilizzate come scudo: “Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.