Una task force per analizzare le emissioni del depuratore Ias di Priolo per poi consentire al Gip del Tribunale di Siracusa di emettere un nuovo provvedimento che consente alle aziende di conferire nell’impianto i fanghi industriale.

Il tavolo a Roma

E’ quanto è stato deciso a Roma, al termine del tavolo sul Petrolchimico di Priolo convocato dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, dopo che il Riesame di Roma ha, sostanzialmente, confermato la decisione del Gip di Siracusa di vietare alle imprese della zona industriale di usare il depuratore, sotto sequestro dal giugno del 2022 per disastro ambientale.

Lo stop del Gip

Il Governo aveva emesso un decreto, il Salva Isab: essendo l’impianto incastonato nell’area industriale di Priolo definita dallo stesso Governo sito di interesse strategico, il decreto consentiva alle imprese di continuare a trasferire gli scarti industriali ma nel giugno scorso.  La Consulta ha dichiarato incostituzionale il salva Isab perché andava oltre i 36 mesi. Da qui la decisione del Gip del Tribunale di Siracusa di imporre lo stop al conferimento dei fanghi ma l’Avvocatura dello Stato ha presentato appello al Tribunale del Riesame di Roma.

Il ministro Urso

“La task force tecnica, tra il Ministero – dice Urso – delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Siciliana, raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore che, dalle recenti rilevazioni, condotte dai gestori dei singoli stabilimenti industriali e da ARPA Sicilia, indicherebbero un trend positivo sui valori dei reflui industriali”.

Secondo il ministro, “la task force fornirà tutti gli elementi utili per sollecitare un nuovo pronunciamento del GIP di Siracusa, al fine di consentire la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. di Priolo Gargallo e il completamento degli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque entro i primi mesi del 2026”.

Il presidente della Regione

“È stata accolta la nostra proposta di istituire un tavolo tecnico-giuridico per affrontare in modo strutturato la questione delle emissioni nell’area industriale di Priolo. Arpa Sicilia sarà incaricata di effettuare un monitoraggio costante e puntuale dei valori emissivi, assicurando trasparenza e rigore scientifico”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al termine della riunione sul futuro dell’area industriale di Priolo, nel Siracusano, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Al vertice erano presenti anche l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Giusi Savarino, dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti e rappresentanti delle forze produttive e sindacali.”Il nostro impegno – prosegue il governatore – è volto a coniugare sviluppo industriale, salvaguardia dell’occupazione e tutela dell’ambiente, consapevoli dell’importanza strategica del distretto chimico di Priolo sia per l’economia siciliana sia per quella nazionale. Il tavolo tecnico rappresenta un passo concreto in questa direzione e confidiamo che le nuove evidenze possano contribuire a una soluzione positiva e sostenibile”.

La Cgil, “non c’è alcun atto del Governo”

Critica la Cgil su quanto emerso nel tavolo.  “Non c’è alcun atto concreto da parte del Governo, per accelerare le azioni utili a scongiurare fermi produttivi e a coniugare la tutela dell’ambiente con il diritto al lavoro di un’area fondamentale per la Sicilia e per il Paese”, hanno dichiarato al termine dell’incontro al MIMIT Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, e Marco Falcinelli, segretario generale Filctem-Cgil.

“Le transizioni – hanno spiegato i dirigenti sindacali – non possono essere affrontate nel modo in cui le istituzioni si sono sedute al tavolo oggi. C’è la necessità di rafforzare gli investimenti per la riconversione green da parte delle imprese e del pubblico affinché nella transizione non si perda nemmeno un posto di lavoro. Il Governo ha fatto intendere che non c’è margine per effettuare nuovi decreti e la Regione ha comunicato che fornirà le rilevazioni, attraverso l’ARPA regionale, che dimostrano indicatori positivi in termini ambientali”.

Verdi, “fermare impianto”

“Ad oggi, dunque, IAS Spa deve fermare gli impianti e, considerato che le industrie scaricano reflui, anche le industrie devono fermare gli impianti. Il governo ha tentato in tutti i modi di soccorrere chi inquina ma ha imboccato una strada sbagliata, che non aiuta nella battaglia per la riconversione del polo petrolchimico e nella difesa dell’occupazione”. Lo afferma in Aula a palazzo Madama il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, che sulla crisi della Petrolchimico di Siracusa ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche di senatori Pd Camusso e Nicita, e dalla senatrice del Movimenti Cinque Stelle Damante.

Uiltec, “tutto è nelle mani del gip”

“Sul depuratore IAS, il Ministro ha precisato che, nel contesto attuale, né il Governo nazionale né quello regionale possono intervenire, poiché la situazione è nelle mani del GIP del tribunale di Siracusa”. Lo dice la Uiltec che aggiunge: “Abbiamo ribadito l’urgenza di garantire un futuro al depuratore, non solo dal punto di vista sociale e occupazionale, ma anche per la tutela dell’ambiente. “Siamo fiduciosi che dai dati dei controlli Arpa autorizzati , non emergano particolari criticità ambientali, il che lascerebbe ben presagire in vista dei risultati dell’incidente probatorio in corso. Tuttavia, ci preoccupano le implicazioni del nuovo assetto con i cinque depuratori, tutti all’interno della rada di Augusta, sia per il controllo delle immissioni, sia per le recenti problematiche legate alle piogge, che hanno evidenziato la necessità di vasche e serbatoi di accumulo adeguati.”