Palermo 21 novembre 2024 – “Anche quest’anno si ripresenta, tra i tanti, il problema dell’assistenza agli alunni durante i pasti nelle mense scolastiche: ma siamo sicuri che il problema sia soltanto a chi spetti il compito?”. Lo chiede il segretario generale della Flc Cgil Palermo Fabio Cirino.

Infatti, se è vero che nel profilo professionale dei collaboratori scolastici viene definito genericamente il compito dell’assistenza durante il pasto, non vengono specificate le funzioni e l’assegnazione dei compiti,  regolate da un protocollo nazionale rimandato, a sua volta, a specifici accordi locali.

E le azioni da declinare, elenca la Flc,  sono tante: la vigilanza, la preparazione e il riordino delle mense, lo scodellamento, lo sporzionamento o ancora più nel dettaglio il taglio della carne a pezzetti o sbucciare e affettare la frutta.

“A nostro avviso il problema, l’ostacolo più grande, è rappresentato dalla carenza degli organici di personale Ata stabile, formato e disponibile per poter svolgere tali funzioni che,   con protocolli mirati e con incentivi adeguati, possono essere svolti anche dai collaboratori scolastici – ribadisce il segretario Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – Ma davvero si pensa che un solo collaboratore a cui, magari, venga assegnato tale compito, possa assistere per esempio centinaia di alunni, tagliando la carne o sbucciando la frutta? Siamo d’accordo sul fatto che tale assistenza possa essere svolta dai collaboratori scolastici, ma per renderlo possibile occorre personale numericamente adeguato, formato con il corso Haccp, e incentivato”.

La Flc Cgil con rammarico ricorda che il prossimo anno saranno tagliati in tutta Italia 2.171 lavoratori del personale Ata. E che ogni anno circa 1.000 tra amministrativi e collaboratori scolastici impiegati nelle sedi periferiche del Mim (Usr e Uat) non vengono sostituiti “per meri motivi e logiche di risparmio”.

“Siamo pertanto sicuri che oggi in tutte le istituzioni scolastiche vi sia personale formato e numericamente adeguato per svolgere tali compiti? D’altro canto si potrebbe anche prevedere, certo con maggiori investimenti – conclude Cirino –  che tutte le funzioni e le attività seguenti allo scodellamento siano svolte in toto dalla ditta esterna fornitrice dei pasti o che gli stessi siano già direttamente serviti tagliati e sbucciati. Il problema nell’uno e nell’altro caso rimane di natura economica e quindi di volontà di investire a vari livelli sull’istruzione dei nostri bambini”.

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