ROMA (ITALPRESS) – Incremento del turismo locale, rivitalizzazione dei borghi interni alle prese con il fenomeno dello spopolamento, promozione delle eccellenze enogastronomiche, supporto all’economia locale, tutela del patrimonio culturale immateriale e socialità: le Pro Loco sono un motore economico per le comunità italiane. Sono ritenute importanti da più di 9 italiani su 10 nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali, secondo un’indagine del Censis condotta per Unpli – Unione Nazionale Pro Loco.
In Italia sono oltre 6400 le Pro Loco rappresentate dall’Unpli, coinvolgono una rete di più di 500 mila persone impegnate nell’organizzazione e promozione di attività, servizi ed eventi per la comunità, per un totale di 25 milioni di ore di volontariato all’anno. Associazioni che hanno resistito alla pandemia arrivando addirittura a crescere di 100 unità negli ultimi 4 anni.
Il grande lavoro svolto per la tutela del patrmimonio è stato oggetto di dibattito durante l’Assemblea Nazionale, in corso a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel.
“Un appuntamento che ha l’obiettivo di affermare il ruolo strategico delle Pro Loco per il territorio italiano e rinnovare gli organi dell’Associazione – spiega il presidente Unpli, Antonino La Spina -. L’Assemblea è un’importante occasione di confronto con le istituzioni su temi centrali per il terzo settore, per il turismo, le comunità e il patrimonio culturale immateriale del Paese. Un momento per chiedere maggiore attenzione alle istituzioni perchè, dei circa 3-4 miliardi di euro generati dal nostro mondo, il 70% è frutto della nostra organizzazione e quindi di iniziative autofinanziate, il restante 30% arriva dal pubblico, questo significa che con il nostro lavoro riusciamo a dare una mano molto forte alle comunità”. All’evento ha preso parte – tra gli altri – anche il ministro per le Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha spiegato quanto le Pro Loco svolgano “un ruolo fondamentale peraltro peculiare all’identità sociale storica e culturale del nostro Paese, valorizzando al meglio le realtà locali che sono la forza anche del made in Italy. Proprio per questo – ha aggiunto Urso -, all’interno della legge quadro sul made in Italy, abbiamo valorizzato l’industria culturale e creativa, con risorse che servono a svilupparle nel territorio, e finanziato le associazioni locali che intendono far riconoscere le indicazioni geografiche, i manufatti artigianali e industriali, così come accaduto negli ultimi vent’anni con grande successo per l’Italia, per le indicazioni geografiche alimentari”, ha concluso il ministro.
(ITALPRESS).
In Italia sono oltre 6400 le Pro Loco rappresentate dall’Unpli, coinvolgono una rete di più di 500 mila persone impegnate nell’organizzazione e promozione di attività, servizi ed eventi per la comunità, per un totale di 25 milioni di ore di volontariato all’anno. Associazioni che hanno resistito alla pandemia arrivando addirittura a crescere di 100 unità negli ultimi 4 anni.
Il grande lavoro svolto per la tutela del patrmimonio è stato oggetto di dibattito durante l’Assemblea Nazionale, in corso a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel.
“Un appuntamento che ha l’obiettivo di affermare il ruolo strategico delle Pro Loco per il territorio italiano e rinnovare gli organi dell’Associazione – spiega il presidente Unpli, Antonino La Spina -. L’Assemblea è un’importante occasione di confronto con le istituzioni su temi centrali per il terzo settore, per il turismo, le comunità e il patrimonio culturale immateriale del Paese. Un momento per chiedere maggiore attenzione alle istituzioni perchè, dei circa 3-4 miliardi di euro generati dal nostro mondo, il 70% è frutto della nostra organizzazione e quindi di iniziative autofinanziate, il restante 30% arriva dal pubblico, questo significa che con il nostro lavoro riusciamo a dare una mano molto forte alle comunità”. All’evento ha preso parte – tra gli altri – anche il ministro per le Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha spiegato quanto le Pro Loco svolgano “un ruolo fondamentale peraltro peculiare all’identità sociale storica e culturale del nostro Paese, valorizzando al meglio le realtà locali che sono la forza anche del made in Italy. Proprio per questo – ha aggiunto Urso -, all’interno della legge quadro sul made in Italy, abbiamo valorizzato l’industria culturale e creativa, con risorse che servono a svilupparle nel territorio, e finanziato le associazioni locali che intendono far riconoscere le indicazioni geografiche, i manufatti artigianali e industriali, così come accaduto negli ultimi vent’anni con grande successo per l’Italia, per le indicazioni geografiche alimentari”, ha concluso il ministro.
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