L’incontro tra i manager dell’Eni, l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, ed i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, si è concluso con l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per affrontare le criticità del Petrolchimico, a cominciare dalla Transizione energetica
Vertice a Palermo
Il vertice, tenutosi negli uffici di via degli Emiri, a Palermo, era stato convocato nei giorni scorsi dall’esponente della giunta Schifani dopo i timori legati alla decisione dell’Eni di chiudere gli impianti Versalis di Priolo e Ragusa nell’ambito di un piano nazionale di riduzione delle emissioni da anidride carbonica anche se lo stesso colosso italiano ha precisato che, specie su Priolo sono previsti investimenti pari a 900 milioni di euro, da impiegare per la riconversione dell’impianto di cracking che diventerà una bioraffineria ed il riciclo della plastica.
Tamajo, “sicurezza occupazione per lavoratori Eni”
“Durante la riunione ho espresso ai rappresentanti sindacali la mia disponibilità ad aprire un tavolo tecnico permanente, per affrontare ogni criticità in maniera costante. Inoltre la dirigenza di Versalis mi ha garantito sicurezza occupazionale sui territori in un quadro congiunturale che rende ineludibile la transizione industriale” ha detto l’assessore regionale Tamajo, affiancato nell’incontro dal presidente della IV commissione dell’Ars (Ambiente e Territorio) Giuseppe Carta, nonchè sindaco di Melilli.
Sindacati, “bene tavolo per tutela dell’occupazione e sviluppo”
Da parte loro, i sindacati hanno espresso un “giudizio positivo per l’avvio di un tavolo permanente che rappresenta comunque un primo passo importante riguardo a quanto rivendicato con lo sciopero di ieri per la tutela dell’occupazione e dello sviluppo industriale nei due territori”.
Il nodo della Transizione energetica
L’Eni ha, dunque, mosso il primo importante passo verso la Transizione energetica ma i sindacati temono che se lo stesso percorso non sarà seguito dalle altre aziende, Isab, Sasol e Sonatrach, tutte interconnesse e legate all’attuale impianto Versalis, l’intera zona industriale di Priolo si disarticolerebbe. Insomma, un effetto domino con conseguenze devastanti per l’economia di un intero territorio, considerato che la zona industriale produce il 60% del Pil locale.
Cgil, Cisl e Uil, “coinvolgere le altre aziende”
“Abbiamo sottolineato la necessità di affrontare la situazione in maniera sistemica, coinvolgendo tutte le aziende presenti sul territorio. È fondamentale un approccio che consideri l’intero ecosistema industriale, per evitare che le singole vicende aziendali possano compromettere l’intero tessuto produttivo”.
La Regione chiama in causa il Governo nazionale
Naturalmente, la Transizione energetica ed i relativi fondi pubblici per sostenerla afferiscono alla sfera nazionale. L’assessore Tamajo ritiene che Il Governo nazionale possa mettersi a disposizione per la riconversione della zona industriale. “Abbiamo fiducia – ha detto Tamajo – che il governo nazionale e il ministro Adolfo Urso, molto attenti alle esigenze di questo territorio, faranno tutto il possibile per sostenere la delicata fase di transizione. Durante la riunione ho espresso ai rappresentanti sindacali la mia disponibilità ad aprire un tavolo tecnico permanente, per affrontare ogni criticità in maniera costante”.
I posti di lavoro di Versalis
Nel piano industriale di Versalis, come riferito dal manager Giuseppe Ricci, direttore operativo Trasformazione industriale, i 432 lavoratori di Priolo saranno riassorbiti nel nuovo impianto dove confluirebbero anche i 132 di Ragusa, con quest’ultimo sito, però, il cui futuro non è chiaro. “Abbiamo intenzione di mantenere un centro di eccellenza sulle tecnologie, qualche sperimentazione al servizio della parte bio” ha detto Ricci nei giorni scorsi. “Il nostro impegno è rivolto a salvaguardare il futuro dei lavoratori e a sostenere una transizione che rispetti l’ambiente,” ha aggiunto l’assessore regionale.
Confindustria, “bene tavolo”
“Apprezziamo la convocazione il prossimo 21 novembre del tavolo sul futuro della zona industriale di Priolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy”. Così si esprime Gian Piero Reale Presidente di Confindustria Siracusa.
“Siamo pronti ad affrontare il tema del percorso di decarbonizzazione del Polo industriale di Priolo. Ci confronteremo con MIMIT, MASE e Regione Siciliana come Governo Nazionale e Governo Regionale potranno contribuire sia nella fase di investimento che in quella operativa”.
Il caso Ias
Ma nel Petrolchimico è esplosa un’altra questione, quello dello stop al conferimento dei fanghi industriali nel depuratore di Priolo Ias, come disposto dal Riesame di Roma, in linea con il provvedimento dei mesi scorsi del gip di Siracusa. Il che significa bloccare l’intera produzione ed a tal proposito il ministro Urso ha convocato un vertice il 21 novembre.
“Si segnala con preoccupazione la vicenda IAS, che potrebbe mettere fine alla storia industriale del territorio. Questo è un tema centrale che va affrontato senza indugi, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali, per evitare che la chiusura di un impianto fondamentale per la zona porti a danni irreversibili” hanno detto i sindacati a margine dell’incontro a Palermo.
“Invochiamo il senso di responsabilità sulla questione dello Ias, già dichiarato sito strategico di interesse nazionale, chiaramente nel pieno e totale rispetto delle decisioni della Magistratura” dicono dalla Cisl Sicilia, in vista del vertice del prossimo 21 novembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma.
“Condividiamo la decisione dell’assessore, che apprezziamo nel metodo – aggiunge la Cisl Sicilia – perché è certamente indispensabile avviare un confronto continuo sulla vicenda Eni Versalis. Auspichiamo che si prosegua con un’azione sinergica per salvaguardare e rilanciare tutto il sistema industriale siciliano”.
Nel corso dell’incontro di stamattina, la Cisl Sicilia ha evidenziato che la vicenda del depuratore di Priolo “va affrontata subito, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali”. “Il depuratore è strettamente collegato al futuro del Petrolchimico di Siracusa – aggiunge la Cisl siciliana – un eventuale fermo rischia di mettere a repentaglio l’intero sistema industriale di Siracusa, con ricadute negativa su tutta l’economia siciliana”. La Cisl lancia un appello alle istituzioni locali e regionali, alle forze politiche e imprenditoriali, per accendere a tutti i livelli i riflettori sulla questione del depuratore di Priolo, “affinché insieme – come sottolinea la Cisl Sicilia – si avvii un’azione di sensibilizzazione sulla centralità dell’Ias nel futuro del Petrolchimico”.
Confindustria Siracusa ribadisce che le aziende stanno procedendo verso la realizzazione di propri depuratori per staccarsi dall’Ias ed in merito all’incontro convocato da Urso ritiene che “sia doverosa la sospensione da parte dei sindacati dello stato di agitazione e blocco degli straordinari che mette a rischio, in un difficile contesto economico per l’industria, investimenti delle nostre imprese in manutenzioni e decarbonizzazione per oltre 200 milioni di euro nel 2025, auspicando invece un percorso condiviso che possa sensibilizzare interventi per la valorizzazione della competitività del Polo Industriale, per la sua sostenibilità e per la sua strategicità a garanzia della sicurezza energetica del Paese”.
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