Palermo possiede uno scrigno prezioso, un museo ideato per esaltare e trasmettere ai visitatori la valenza espressiva dei tanti capolavori che contiene. È la Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis progettata dal grande architetto/artista Carlo Scarpa (Venezia 1906 – Sendai, Giappone 1978).

In occasione della ricorrenza dei 70 anni dall’apertura, la Galleria di Palazzo Abatellis organizza una conferenza sull’allestimento museografico di Carlo Scarpa e sulla museografia italiana del dopoguerra, che si terrà alla presenza di due relatori di chiara fama, la prof. Orietta Lanzarini e il prof. Matteo Iannello, docenti di Storia dell’architettura dell’Università di Udine.

Un capolavoro museografico

«La migliore ambientazione di museo che mi sia capitato di incontrare in tutta la mia vita. Palazzo Abatellis è davvero un capolavoro» (Walter Gropius). L’allestimento del nuovo Museo di Palazzo Abatellis, portato a compimento tra il 1953 e il 1954, verrà presentato e analizzato in relazione alla straordinaria stagione culturale, progettuale, educativa e sociale, di riforma dei musei compiuta dal dopoguerra agli anni Settanta. La biografia e i contributi museografici di Carlo Scarpa saranno ricostruiti dalla professoressa Orietta Lanzarini all’interno del più ampio panorama dell’architettura del dopoguerra in stretto dialogo con la corrente razionalista. Matteo Iannello invece declinerà i diversi interventi effettuati da Scarpa in Sicilia in un ampio arco cronologico che va dal 1952 al 1978 a Messina, Taormina, Catania e Palermo: un “diario di viaggio” brillantemente restituito in un racconto affascinante ed al contempo, rigoroso, ove di volta in volta emergono i contorni delle affinità elettive con Roberto Calandra e soprattutto con Giorgio Vigni, incaricato della sistemazione museale del Palazzo.

Come scrive Orietta Lanzarini nella sua presentazione, «Assieme a Franco Albini, Studio BBPR, Ezio De Felice, Franco Minissi, e tanti altri architetti-museografi, affiancati da coltissimi funzionari – Costantino Baroni, Licisco Magagnato, Caterina Marcenaro, Vittorio Moschini, Giorgio Vigni – Scarpa aveva contribuito a convertire i vecchi musei ottocenteschi in musées vivant, come li aveva chiamati Henri Focillon nel 1921. E nella loro veste rinnovata i musei italiani, da nord a sud, erano diventati dei luoghi familiari, che parlavano il linguaggio della modernità, inondati da una luce naturale governata con tale sapienza da diventare ‘luce museografica’. Qui le opere d’arte narravano la loro storia tanto alle persone con una preparazione di base, quanto a quelle meno avvertite: chiunque doveva avere la possibilità di capire. In Italia, in un momento in cui mancavano le risorse economiche per ricostruire le case d’abitazione, si decide di investire nella riforma dei musei come strumenti di crescita culturale, democratica e sociale».

Un’Esperienza unica

Per la direttrice dell’Abatellis Maddalena De Luca: «L’attenzione alla luce naturale, la cura nella scelta dei materiali, il ritmo pausato del percorso è tutto sapientemente studiato in funzione del visitatore che vive entrando in Galleria un’esperienza davvero unica».

In occasione della conferenza saranno esposti per la prima volta nella sala “sottocoro” dell’Abatellis i pannelli ideati da Federico Lupo ispirati all’allestimento scarpiano, insieme ai manufatti vitrei della storica fornace Venini, progettati dal designer veneziano per il Palazzo. Saranno presentate, inoltre, le iniziative in programma per celebrare l’anniversario della Galleria e verrà proiettato il video inedito recentemente realizzato del restauro dei pannelli disegnati da Carlo Scarpa per la Sala del Laurana.

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