L’agenzia di stampa russa TASS riporta che il giornalista italiano Andrea Lucidi, inviato in Donbass per la testata International Reporters, ha formalmente chiesto al presidente russo Vladimir Putin la cittadinanza russa. Lucidi, che copre da oltre due anni gli eventi del conflitto in Ucraina, ha dichiarato di voler ottenere la cittadinanza russa a causa delle presunte persecuzioni che subirebbe in Italia, dove teme sanzioni e la confisca del passaporto.
Dichiarazione di Andrea Lucidi
“Ho inviato la mia richiesta al Presidente per la cittadinanza russa. Perché voglio ottenere la cittadinanza russa? Voglio vivere in Russia perché è la mia seconda casa. Ho voluto dare il mio contributo alla guerra contro il fascismo perché sono antifascista e per me è importante”, ha spiegato Lucidi, che descrive la sua decisione come una scelta di vita e di impegno contro le ingiustizie.
Timori di rientro e accuse di collusione
Lucidi ha rivelato alla TASS che teme di tornare in Italia, poiché crede che la polizia potrebbe sequestrargli il passaporto italiano. Ha aggiunto che alcuni media italiani lo hanno etichettato come un “agente del Cremlino”, accusandolo di ricevere compensi in criptovaluta per i suoi presunti legami con Mosca. “Questo non è vero. Lavoro per le televisioni italiane, così come ho lavorato dal Libano e dalla Siria, lavoro anche dalla Russia”, ha replicato il reporter, smentendo le accuse di collusione.
Contesto del caso e ripercussioni
La richiesta di Lucidi arriva in un momento di alta tensione geopolitica e solleva interrogativi sul rapporto tra giornalismo e sicurezza personale nelle aree di conflitto. Il giornalista ha infatti dichiarato di voler continuare la sua attività dall’estero, sentendosi ormai legato al territorio russo come a una “seconda casa”, in coerenza con le sue posizioni antifasciste.
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