La Polizia di Stato ha denunciato un catanese di 53 anni per truffa. In particolare, nel corso dei servizi pomeridiani di controllo del territorio, durante un posto di controllo nei pressi di piazza della Repubblica, gli agenti della Squadra Volanti della Questura di Catania hanno fermato e controllato un 53enne alla guida della sua auto.

La truffa

Dagli accertamenti condotti dai poliziotti lo stesso è risultato avere a suo carico alcune note di rintraccio, riconducibili a diverse informative, inserite dagli uffici di polizia di Trieste, Bologna, Taranto e Noventa Vicentina (VI).

L’uomo è risultato da ricercare poiché presunto autore di diverse truffe, realizzate nei primi di marzo, sempre attraverso lo stesso modus operandi, che consiste nel rintracciare le vittime telefonicamente spacciandosi per un parente in difficoltà che ha bisogno urgentemente di soldi.

Lo stratagemma

Con tale stratagemma l’uomo è riuscito a far ricaricare dalle vittime sul proprio conto corrente, nonché su di una carta prepagata a lui intestata, importi variabili tra i 600 e 1000 euro.

Inoltre, l’uomo è stato fermato alla guida di un’autovettura priva di assicurazione e con revisione e patente scadute, motivo per cui gli agenti hanno proceduto anche alla contestazione delle relative violazioni del codice della strada.

I poliziotti hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria il 53enne per truffa poiché, in seguito ai dovuti accertamenti, è risultato essere titolare del conto e della carta prepagata utilizzati per farsi accreditare il denaro da parte delle ignare vittime.

La truffa dell’offerta di lavoro

Sono già una decina le denunce raccolte tra settembre e ottobre dagli uomini della locale Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale di quella che è vista come una nuova metodologia di truffa online: l’offerta di lavoro da svolgersi proprio online!

Le promesse false

Promesse di facili guadagni ottenibili attraverso banalissimi like da apporre di volta in volta a favore di film/marchi pubblicati su falsi portali o su profili Facebook creati ad arte da parte dei truffatori, sono il preludio a questo tipo di truffa, che purtroppo vede coinvolti i più giovani, alla ricerca di un lavoro. E se questo lavoro è da svolgersi sui social o comunque in Internet la tentazione di aderirvi è molto forte.

Le vittime e i messaggi

Le vittime vengono contattate dapprima tramite messaggi sui social oppure tramite messaggi Whatsapp da numeri esteri con la proposta di un lavoro che sembra allettante, facile, piacevole e ben retribuito, consistente nel guardare filmati su Facebook o su portali creati ad hoc dai truffatori e mettere il famoso “like”.

I like a pagamento

Ogni like è pagato tra 1 e 3 euro. Accettata l’offerta, i malcapitati vengono dapprima inseriti in gruppi Telegram ove opera l’articolata banda di truffatori, e poi invitati a registrarsi su un portale dei truffatori, fornendo i propri dati personali. Le prime recensioni vengono retribuite puntualmente, con pagamenti che provengono da altre vittime inconsapevoli. A quel punto viene prospettato che, per aumentare i guadagni, possono essere acquistati dei “crediti” che hanno valore economico e che saranno rimborsati dopo le recensioni stesse. Alla vittima il sistema sembra funzionare perché dopo avere acquistato con soldi veri falsi crediti ed avere messo i “like” richiesti si vedono accreditare, sul loro falso account aperto dai truffatori, quanto pattuito. Il problema nasce nel momento in cui chiedono di ritirare il denaro, perché a quel punto vengono richiesti altri soldi per svincolare il guadagno. La vittima, convinta che sia tutto regolare, effettua altri versamenti, salvo poi raggiungere perdite ragguardevoli, nell’ordine di parecchie migliaia di euro, realizzando a quel punto, di essere stata vittima di truffa.