Il tribunale di Pavia ha richiesto alla Procura di riformulare il capo di imputazione per Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla Sicurezza, coinvolto nell’omicidio di Younes El Boussettaoui il 21 luglio 2021.
Il reato inizialmente ipotizzato come eccesso colposo di legittima difesa potrebbe ora essere riqualificato come omicidio volontario. Secondo la giudice Valentina Nevoso, non può configurarsi una legittima difesa, anche considerando l’esperienza professionale di Adriatici come ex poliziotto, che gli avrebbe consentito una valutazione più accurata della situazione.
La posizione della giudice
Nel provvedimento, la giudice ha evidenziato che Adriatici, in quanto ex appartenente alle Forze di Polizia, avrebbe potuto valutare meglio il pericolo e, invece di sparare per uccidere, avrebbe potuto mirare altrove, come ad esempio alle gambe. “In tale contesto – scrive la giudice – non si vede come il prevenuto abbia potuto decidere di mostrare a El Boussettaoui un’arma che sapeva essere carica e senza sicura, se non avendo aderito psicologicamente all’evento nefasto occorso, quantomeno in termini di accettazione di rischi di sua verificazione”.
La difesa di Adriatici: “Distorsione dei fatti”
Per Gabriele Pipicelli, avvocato difensore di Adriatici, l’ordinanza mostra “un totale travisamento dei fatti”. L’avvocato contesta anche l’interpretazione del principio secondo cui “il dubbio va risolto a favore dell’imputato”. Adriatici, secondo il legale, potrebbe ora optare per un rito abbreviato o, in caso di rinvio a giudizio, per un procedimento davanti alla Corte d’Assise.
Riferimenti alla condotta dell’imputato
La valutazione della posizione di Adriatici include riferimenti alla sua lunga esperienza professionale. Secondo il giudice, la sua competenza nel riconoscere situazioni di pericolo avrebbe dovuto guidarlo in una reazione più cauta. La descrizione di El Boussettaoui come “altamente pericoloso” non è stata considerata un elemento giustificativo sufficiente. La giudice ritiene che, anche nel caso di un’aggressione, Adriatici avrebbe potuto gestire l’interazione senza causare la morte dell’uomo.
Richiesta della Procura e reazione della difesa
Due settimane fa, il pubblico ministero Roberto Valli aveva richiesto una condanna di tre anni e sei mesi per eccesso colposo di legittima difesa, posizione contestata dagli avvocati di Adriatici, che hanno chiesto l’assoluzione. La Procura, dopo la riqualificazione dell’accusa, dovrà ora decidere sul prossimo passo processuale.
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