Venti milioni di euro  per l’elezione diretta nelle ex province regionali. Il dado è tratto e non si trona indietro, secondo la maggioranza di centrodestra, nel percorso che riporterà i cittadini alle urne per eleggere i consigli nei liberi consorzi e nelle città metropolitane e i Presidenti dei Liberi Consorzi (nelle città metropolitane di diritto la guida è assegnata ai sindaci del capoluogo).

Ieri il vertice di maggioranza

Il percorso è stato confermato, ieri, nel corso del vertice di maggioranza. Messo in dubbio da un pronunciamento della Corte di Cassazione che ha dichiarato l’illegittimità del rinvio delle elezioni di secondo livello stabilito da una precedente legge regionale (ormai già superata), non si fermerà ugualmente. Il rischio è che anche la nuova legge di rinvio venga bocciata ma questo avverrà, nelle valutazioni del centrodestra, solo quando anche quella sarà stata superata dalla riforma in arrivo.

Venti milioni stanziati in Commissione

Così in Commissione è arrivato lo stanziamento di 20 milioni di euro per il ritorno alle elezioni a suffragio universale negli enti intermedi. Una scelta subito attaccata dalle opposizioni con in testa i 5 stelle che parlano di soldi buttati.

“Siccità, sanità, rifiuti, formazione, famiglie e Comuni alla canna del gas e via discorrendo: la Sicilia è alle prese con mille emergenze e il governo che fa? Torna per l’ennesima volta alla carica per ripristinare le elezioni dirette delle Province già bocciate e lo fa provando a stanziare 20 milioni di euro” dice il deputato e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola a margine dei lavori della commissione Bilancio sul ddl sulle Province.

“La norma – dice Di Paola – è stata approvata in commissione, ovviamente col nostro voto contrario. Con le elezioni dirette i costi per le Province crescerebbero notevolmente rispetto alle elezioni di secondo grado e non solo per i 5 milioni aggiuntivi che occorrerebbero solo per le operazioni elettorali. È scandaloso che questo governo torni sull’argomento già bocciato dall’Ars, delegittimando clamorosamente il Parlamento. La verità vera e che la politica non vuole l’organo provinciale e che si continua a fare melina per prorogare i commissari”.

Verso le variazioni di bilancio

Intanto si procede anche verso le variazioni di bilancio. Colloquio stamani a Palazzo dei Normanni tra il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il governatore Renato Schifani. Nel pomeriggio a sala d’Ercole è in calendario la discussione generale del disegno di legge di variazione del bilancio, che vale 500 milioni di euro.