I carabinieri di Palazzolo Acreide, nel Siracusano, hanno eseguito un fermo nei confronti di un 21enne e 19enne, entrambi con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, accusati di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni personali commesse nei confronti di una donna di 54 anni.

La denuncia della vittima

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Siracusa che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri e scaturite dalla coraggiosa denuncia di una 54enne che ha riferito di avere subito violenze da parte dei due giovani residenti a Palazzolo Acreide.

Si conoscevano

Dalla ricostruzione dei fatti, effettuata anche grazie alle immagini delle telecamere della videosorveglianza comunale e privata, è emerso che i due, conoscenti della vittima, dopo essersi recati a casa sua con il pretesto di consumare insieme delle birre e di farle compagnia essendo la casa al buio poiché temporaneamente priva di corrente elettrica, avrebbero tentato un approccio sessuale.

Il rifiuto della donna e le botte

Al rifiuto della donna di consumare il rapporto, il 21enne l’avrebbe colpita al volto con pugni e schiaffi, procurandole lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Il 19enne avrebbe assistito al brutale pestaggio ripreso con la fotocamera del suo telefono cellulare. I due, prima di darsi alla fuga, le avrebbero rubato 100 euro dalla borsa.

“All’esito della convalida dei fermi, il 21enne è stato associato alla Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa e il complice sottoposto agli arresti domiciliari” spiegano dal comando dei carabinieri.

Abusi sessuali su 3 minori, tutti assolti

I giudici della Corte di Appello di Catania hanno assolto i 3 imputati finiti sotto processo per delle presunte violenze sessuali commesse nel 2014, a Francofonte nel Siracusano, ai danni di tre bambini.

Tra gli imputati la madre dei piccoli, accusata di prostituzione minorile, un carabiniere, all’epoca dei fatti in servizio alla stazione di Francofonte, ed un 46enne, padre della convivente del figlio maggiore dell’imputata, entrambi sotto processo per violenza sessuale aggravata su minorenni al di sotto dei 14 anni.  I tre furono condannati nel processo di primo grado: la donna a 24 anni di reclusione, il sottoufficiale dell’Arma a 13 anni, l’altro uomo a 10 anni di carcere.

La madre dei bambini rispondeva anche di maltrattamenti in famiglia e per questo ha rimediato una condanna a 3 anni e sei mesi di reclusione.

Secondo quanto ricostruito dai magistrati, la madre, dietro il pagamento di cifre irrisorie, tra i 10 ed i 20 euro, avrebbe agevolato gli abusi sui figli, di 3, 4 e 7 anni. La vicenda è emersa nel 2016 dopo la denuncia degli assistenti sociali che raccolsero la testimonianza delle vittime e sulla scorta di queste dichiarazioni i pm ricondussero le violenze al 2014.

Gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti ed i legali, tra cui l’avvocato Antonella Schepis, difensore del carabiniere, hanno depositato documentazioni attestanti l’estraneità ai fatti. La difesa del militare ha anche portato all’attenzione dei giudici la circostanza che alcuni residenti,  sentiti nel corso delle indagini, negarono di “aver visto il carabiniere”, persona molto nota  a Francofonte.