La Procura della Repubblica di Verona ha iscritto nel registro degli indagati l’agente della Polfer che, ieri mattina, ha sparato e ucciso Moussa Diarra, un migrante di 26 anni originario del Mali. L’ipotesi di reato formulata dai pubblici ministeri è quella di eccesso colposo di legittima difesa. L’iscrizione nel registro degli indagati consente all’agente di nominare i propri periti per le verifiche forensi.

L’aggressione alla stazione di Verona

Il tragico episodio si è verificato alla stazione di Verona Porta Nuova, dove Moussa Diarra (nella foto) ha aggredito gli agenti con un coltello, dopo essere andato in escandescenza e aver distrutto i vetri della stazione. Secondo fonti giudiziarie, l’agente si è difeso dall’aggressione del migrante, ma le autorità stanno cercando di chiarire se vi sia stato un superamento dei limiti della legittima difesa.

Manifestazione in memoria di Moussa Diarra

Centinaia di persone si sono radunate questa sera davanti alla stazione di Verona Porta Nuova per ricordare Moussa Diarra. Il sit-in, organizzato dal Laboratorio Autogestito Paratodos, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’amministrazione comunale, attivisti e cittadini. I manifestanti hanno esposto striscioni e cartelli in memoria del giovane, chiedendo verità e giustizia per Moussa.

Il passato di Moussa Diarra

Arrivato in Italia dal Mali otto anni fa, appena maggiorenne, Moussa Diarra era stato ospitato negli ultimi tempi presso il rifugio d’emergenza “Ghibellin fuggiasco”, gestito dal Laboratorio Autogestito Paratodos. Il rifugio era stato abbandonato proprio nei giorni scorsi per un trasferimento in un edificio comunale a Quinzano.