Un truffatore seriale, ricercato in campo internazionale, sul quale pendeva un mandato di arresto europeo, è stato arrestato a Catania dalla Polizia di Stato. L’uomo, un cittadino belga di 27 anni, è ritenuto responsabile di una serie di truffe messe a segno da una vera e propria organizzazione criminale creata per commettere frodi mediante l’uso di apparecchiature informatiche.

Le vittime

Nello specifico, il 27enne ha carpito la fiducia delle vittime con diverse strategie per rubare dati sensibili o per passare in rassegna i loro conti correnti, svuotandoli.

La truffa più comune che l’uomo ha realizzato è quella di inviare un link, tramite una nota chat di messaggistica, per richiedere soldi, spacciandosi per un conoscente della vittima.

Il 27enne, già noto alle autorità belga in quanto condannato in via definitiva per reati simili e per svariati furti, è stato rintracciato dagli agenti della squadra Volanti della Questura di Catania in una struttura alberghiera di lusso di viale Kennedy ed è stato arrestato per crimini informatici. Al termine degli adempimenti di rito, l’uomo è stato condotto nel carcere di Piazza Lanza.

La truffa milionaria a Catania

Un’articolata indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha portato alla luce una complessa truffa ai danni di un noto lido del litorale catanese, il “Miami Lounge Beach Bar”. Su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, il Tribunale etneo ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni patrimoniali nei confronti di Salvatore Pistone, 62enne nisseno, Giovanna Maria Salvo, 51enne catanese, e Anna Laura Comparato, 28enne catanese. I tre indagati sono accusati di truffa e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, reato quest’ultimo contestato solo alle due donne.

La prima fase: un falso contratto d’affitto

L’indagine, avviata nell’aprile 2022 e conclusasi nell’agosto 2024, ha ricostruito un piano criminoso suddiviso in due fasi. Nella prima fase, Salvatore Pistone si sarebbe finto legale rappresentante di una società svizzera realmente esistente, ma all’oscuro della vicenda. Con documenti e deleghe falsi, Pistone avrebbe avviato le trattative con la società proprietaria del lido, proponendo un contratto d’affitto particolarmente vantaggioso: 135.000 euro annui per i primi due anni, 140.000 per il terzo e quarto, e 150.000 per il quinto e sesto. Per rassicurare la controparte, Pistone avrebbe fornito anche una polizza fideiussoria, anch’essa risultata falsa.

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