“Oggi abbiamo compiuto un passo fondamentale per il futuro della nostra sanità e dei nostri giovani. La 7^ Commissione del Senato ha approvato il disegno di legge delega che abolisce il numero chiuso per il primo semestre delle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, consentendo l’accesso a tutti gli aspiranti professionisti senza il vincolo dei test d’ingresso iniziali”, commenta la senatrice Daniela Ternullo.

Il governo Meloni ha annunciato una riforma epocale che prevede l’abolizione del test di ingresso per l’accesso al corso di laurea in Medicina, probabilmente già dall’anno accademico 2025-2026. Questa novità consentirà agli aspiranti medici di iscriversi liberamente ai corsi del primo semestre, eliminando il tradizionale sbarramento iniziale.

La svolta

“Questa riforma rappresenta una risposta concreta all’emergenza della carenza di medici, che sta mettendo a rischio il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo scelto di aprire le porte delle Università per formare più professionisti, senza sacrificare la qualità del percorso formativo, e dare così a tanti giovani talenti l’opportunità di realizzare il proprio sogno senza dover cercare alternative all’estero o nel privato”, prosegue Ternullo.

“Un ruolo di primo piano è stato svolto da Forza Italia, per tramite del Ministro Bernini, fondamentale per raggiungere l’obiettivo. Sono certa che questa riforma garantirà un futuro migliore alla nostra sanità, assicurando l’accesso a una formazione di qualità e invertendo la rotta della fuga dei giovani dall’Italia”, conclude la senatrice Ternullo.

Sudano: “Stop premia i ragazzi”

“Lo stop ai test di ingresso alla facoltà di Medicina premia, finalmente, il merito, la competenza e la preparazione dei nostri ragazzi. Era quello che chiedeva la Lega per garantire maggiore equità di accesso ma anche la sostenibilità del nostro servizio sanitario nazionale. Bene che si sia centrato l’obiettivo con questo primo significativo passo avanti che certifica come il nostro partito sia determinato a valorizzare i nostri futuri medici e a sostenere concretamente la sanità pubblica. Grazie all’impegno della Lega, ancora una promessa mantenuta”. Lo dichiara la deputata della Lega Valeria Sudano.

Un semestre decisivo per proseguire gli studi

La riforma introduce un semestre-filtro, che sarà determinante per continuare il percorso in Medicina. Gli studenti dovranno completare con successo tutti gli esami previsti nel primo semestre e posizionarsi in una graduatoria nazionale di merito. Solo chi supererà questa fase potrà accedere al secondo semestre, mantenendo così il numero chiuso, che verrà comunque ampliato, con i posti disponibili che saliranno a 25.000 rispetto agli attuali 20.000.

Crediti formativi utilizzabili per altri corsi

Una delle principali novità della riforma è la possibilità, per coloro che non riusciranno a proseguire in Medicina, di utilizzare i crediti formativi acquisiti nel primo semestre per iscriversi ad altri corsi di laurea, senza perdere l’anno accademico. In questo modo, gli studenti non vedranno vanificati i loro sforzi e avranno l’opportunità di orientarsi verso altre professioni sanitarie o ambiti di studio alternativi.

Una riforma che riorganizza le professioni medico-sanitarie

La riforma è stata approvata dalla 7ma Commissione del Senato e punta a una revisione profonda delle modalità di accesso ai corsi di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e Medicina veterinaria. L’obiettivo principale è rendere il sistema di selezione più equo e sostenibile, sia per gli atenei che per il Servizio sanitario nazionale. Grazie a questa riorganizzazione, il governo mira a rispondere al fabbisogno di circa 30.000 nuovi medici nei prossimi sette anni.

Un’opportunità per il futuro dei giovani medici

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha descritto questa giornata come un passo storico per garantire a tutti i giovani l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico. L’abolizione del test d’ingresso per il primo anno, con l’introduzione di un semestre-filtro, permette di valorizzare le competenze acquisite dagli studenti, offrendo al contempo una preparazione di qualità. In parallelo, verranno avviati percorsi di orientamento specifici già durante gli ultimi anni della scuola secondaria, per facilitare l’accesso ai corsi universitari.

Romano: “Medici del pronto soccorso in grande difficoltà, nuove assunzioni”

⁠”Il problema della sicurezza e della disparità di trattamento economico, in particolare dei pronto soccorso sono i principali elementi causa dell’allontanamento dei giovani dalle specializzazioni emergenziali. Ebbene, su 718 posti disponibili, l’anno scorso, per Chirurgia generale ne sono stati coperti solo 278, delle 898 borse per la scuola di emergenza urgenza ne sono state utilizzate dagli specializzandi solo 225, per l’anestesia e rianimazione sono stati coperti 753 posti coperti a fronte di 1567 borse di specializzazione. Le peggiori performance riguardano ‘medicina delle cure primarie’ – in cui sono stati coperti solamente il 10,1% dei posti – radioterapia, farmacologia e tossicologia.

Uno specializzando, indipendentemente dalla specializzazione scelta, riceve una borsa di studio di circa 1700 euro mensili a fronte di turni stremanti in sala operatoria o in pronto soccorso e, purtroppo, troppo frequentemente sottoposti a pericolo per la propria incolumità.

Il fattore economico, e l’impossibilità per molte specializzazioni di non poter integrare con la libera professione, impone ai giovani medici di integrare il lavoro svolto con ore notturne in guardia medica. Rispetto al resto d’Europa il nostro Paese si trova al quartultimo posto per gli stipendi dei medici a fronte del costo medio della vita. Tra il 2010 ed il 2022 circa 22.000 medici hanno deciso, spinti da contratti di formazione pari a 4.500 euro, di trasferirsi all’estero e rimanervi con contratti a tempo indeterminato da 6.000 euro, contribuendo così al fenomeno dei cervelli in fuga.

L’aumento degli accessi ed il livello di affollamento dei pronto soccorso è anche causato da uno storico indebolimento delle reti di medicina territoriale.

Pensiamo che debba essere aumentata la dotazione finanziaria, con nuove assunzioni e con una maggiore presenza sul territorio, in modo da onorare la professionalità e l’impegno di questi nostri medici. E’ per questo che chiediamo nuove assunzioni per 30 mila unità di personale medico e paramedico e nuove risorse in modo da qualificare e potenziare ancora di più il servizi”.  Cosi l’on Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati nella interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci

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