Rischia di crollare prima ancora di entrare nel vivo l’impianto accusatorio della procura di Caltanissetta nei confronti dell’ex Pm antimafia palermitano Gioacchino Natoli indagato per favoreggiamento a Cosa Nostra. Fra gli elementi di accusa, centrale sarebbe l’ordine di distruzione delle intercettazioni e dei cosiddetti “brogliacci” dove venivano riportate tutte le annotazioni durante le medesime intercettazioni nell’inchiesta dall’imprenditore Buscemi accusato di mafia.

“L’ordine di distruzione”

L’ordine di distruzione è firmato proprio dal giudice Natoli e secondo l’accusa sarebbe la dimostrazione dell’intenzione di affossare l’inchiesta. L’indagine che risale all’epoca di mani pulite, avviata dalla procura di Massa Carrara, venne trasferita a Palermo per competenza nella parte che riguardava i rapporti fra mafia e appalti e nello specifico l’imprenditore palermitano Antonino Buscemi. Proprio le vicende di mafia e appalti, secondo una lettura dei misteri degli anni ’90, sarebbero alla base del movente della strage Borsellino avvenuta il 19 luglio del 1992.

Il piano

Tutto farebbe parte di un complesso piano guidato dall’allora procuratore Giammanco, e dall’ex Pm Giuseppe Pignatone, anche lui iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento aggravato. In questo contesto Natoli, avrebbe chiuso subito l’indagine su Antonino Buscemi e Francesco Bonura, limitando solo ad alcune utenze le intercettazioni e chiudendo rapidamente l’indagine per evitare che portasse a scoprire passaggi essenziali.

Adesso, però, gli avvocati difensori contestano quella prova. L’ordine di distruzione sarebbe un modulo prestampato in uso in quegli anni alla procura di Palermo. Gli avvocati hanno trovato 62 ordini identici in altrettanto procedimenti. La distruzione di intercettazioni e brogliacci era un uso comune per i casi archiviati o definiti con sentenza. Dunque una prassi che non costituirebbe alcuna prova. La procura di Caltanissetta, però, ha ritrovato quelle intercettazioni che furono eseguite perché nonostante l’ordine di distruzione sarebbero, invece, state conservate. Una situazione che sicuramente non sarà breve e che anzi rischia, come molte cose di questo tipo, di trascinarsi per anni.

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