Una lettera dai partiti del centrodestra al sindaco Roberto Lagalla ha scatenato una crisi politica a Palermo. La missiva, che suona come un ultimatum, chiede una “non più rinviabile verifica politica” alla luce delle posizioni assunte da una componente della giunta, in aperto conflitto con la maggioranza di centrodestra e con i governi regionale e nazionale. Il riferimento è ai renziani di Davide Faraone, presenti nella lista Lavoriamo per Palermo. Secondo quanto riporta Repubblica Palermo, la reazione del sindaco non si è fatta attendere: Lagalla, visibilmente irritato, ha minacciato l’azzeramento dell’intera giunta. Da Villa Niscemi, sede del Comune, filtra però un inciso significativo: “Con tutto il rispetto per i segretari regionali, se il sindaco dovesse avocare a sé tutte le deleghe, la nuova composizione del governo della città passerebbe da un’interlocuzione con Roma”.

La miccia renziana e la lettera dei segretari

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettera firmata da alcuni segretari regionali del centrodestra, tra cui Marcello Caruso (Forza Italia), Giampiero Cannella (Fratelli d’Italia), Nino Germanà (Lega) e Stefano Cirillo (DC). Assenti le firme dei vertici regionali degli autonomisti di Raffaele Lombardo e di Noi Moderati, ufficialmente per la mancanza dei rispettivi gruppi in consiglio comunale. Questa assenza lascia trasparire una possibile frattura interna alla coalizione di governo regionale, guidata da Renato Schifani. Non tutti, infatti, sembrano disposti a seguire il governatore in una guerra contro Lagalla.

La seduta saltata e il dietrofront

La crisi si è manifestata con il salto della seduta del consiglio comunale per mancanza del numero legale. I consiglieri di centrodestra erano riuniti con il sindaco in un clima apparentemente sereno. Si era persino ipotizzata una bozza di comunicato congiunto per ribadire la fiducia a Lagalla. L’improvviso dietrofront è arrivato dopo un vertice tra il gruppo di Forza Italia e il coordinatore Marcello Caruso, richiesto dai consiglieri azzurri per chiarire la situazione politica.

Schifani contro Faraone: scontro aperto

Alla base della crisi, le recenti dichiarazioni di Davide Faraone, che ha attaccato Schifani sulla gestione dell’emergenza idrica e sulla struttura commissariale per i termovalorizzatori, accusandolo persino di “bullismo”. Queste parole hanno riacceso lo scontro, mai sopito, tra il governatore e i renziani, e hanno alimentato le tensioni interne alla maggioranza. Faraone ha inoltre rilanciato l’ipotesi di un’alleanza con il PD e gli autonomisti di Lombardo, ipotizzando anche un dialogo con il vicepresidente forzista della Camera, Giorgio Mulè. Una prospettiva che ha trovato la ferma opposizione dei gruppi di Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, che considerano i renziani “organici al centrodestra” e rifiutano qualsiasi ipotesi di apparentamento.

Un vertice per il futuro di Palermo

Venerdì il centrodestra si riunirà per un vertice in vista del voto nelle ex Province. Non si esclude che il caso Palermo possa finire sul tavolo dei leader regionali. Il futuro della giunta Lagalla, e forse dell’intera amministrazione comunale, è ora appeso a un filo.