Sarebbe stato ben contento Omero, nello scrivere l’Odissea della Palermo-Messina, tra cantieri che non finiscono mai, scandali, arresti e viadotti sequestrati. Adesso, la travagliata storia dell’A20 (autostrada che ha più di 50 anni) si arricchisce di un nuovo capitolo che in queste ore sta mandando, e a ragione, su tutte le furie gli automobilisti. Il 30 settembre scorso infatti, quasi senza preavviso, è stata annunciata la chiusura del tratto tra gli svincoli di Brolo e Patti, in entrambe le direzioni.

Un disagio mica da ridere, per chi viaggia tra due delle più grandi città della Sicilia ma soprattutto per chi vive in quella zona: significa, sostanzialmente, che quei 18 chilometri che separano le due città devono essere affrontati in mezzo a statali, curve e cittadine, con un traffico infernale e con una perdita di tempo di non meno di 40 minuti. Non una questione semplice e forse presa sottogamba dal Cas, l’ente che gestisce l’A20, che con uno scarno comunicato ha annunciato i lavori.

Il comunicato del Cas

Sulle pagine Facebook del consorzio autostrade siciliane ci sono scritte le indicazion. Dalle ore 8,30 alle ore 13,00 è in vigore il doppio senso riservato alle auto con divieto per i mezzi pesanti, per i quali c’è uscita obbligatoria a Patti e Brolo. Dalle 13,00 alle 22,00 è in vigore il senso unico (in direzione Palermo) con accesso in autostrada a tutti i mezzi diretti a Palermo, inclusi mezzi pesanti. Per chi va a Messina, uscita obbligatoria a Brolo.

Dalle 22,00 alle ore 8,30 è in vigore il senso unico (in direzione Messina) con transito consentito a tutti i mezzi diretti a Messina, inclusi i mezzi pesanti. Per chi va a Palermo, uscita obbligatoria a Patti. Una chiusura che, come detto, ha provocato il caos.

Le parole di Calderone

L’onorevole Tommaso Calderone, nella sua qualità di Presidente della Commissione bicamerale per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità, ha scritto al Presidente del Consorzio Autostrade Siciliane, Filippo Nasca e, per conoscenza, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e all’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Aricò. Calderone ha evidenziato l’impatto critico che il provvedimento sta avendo sul tessuto produttivo locale.

“Lo svolgimento dei lavori autostradali, infatti, sta richiedendo alle aziende del territorio di affrontare percorsi notevolmente più lunghi, con un conseguente aumento di tempi e costi di trasporto”, scrive Calderone.

“In tale contesto, si chiede se sia stata già valutata la possibilità di consentire il transito degli autotreni in finestre orarie specifiche (da individuare ad esempio in due ore diurne e due ore pomeridiane) su corsia unica, come già di fatto avviene per il tratto Brolo-Patti, così da garantire una continuità logistica senza bloccare completamente il flusso delle merci essenziali, senza compromettere la possibilità di realizzare i lavori”.

La protesta di Confapi

Si fa sentire anche Confapi Sicilia, attraverso la presidente Dhebora Mirabelli e il vicepresidente Riccardo Damiano. “Una misura, seppur comprensibile per ragioni di sicurezza, che comporta insostenibili e gravi disagi logistici per le aziende del territorio che devono ricevere o inviare merci su trasporto gommato, soprattutto nei territori tra Patti e Cefalù, affrontando percorsi molto più lunghi. In particolare, i mezzi pesanti sono costretti ad attraversare tutta l’isola, percorrendo circa 450 km al posto dei consueti 20 km, con un conseguente aumento di tempi e costi di trasporto».

La polemica dei “pini secolari”

Il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, ieri, ha diffidato il Consorzio Autostrade Siciliane dal continuare col taglio dei pini secolari in prossimità del casello autostradale.

“Le scrivo per contestare il taglio degli alberi “pini secolari” presso il Casello Autostradale di Acireale effettuato qualche giorno addietro. Ritengo che non si possa operare in modo così irrispettoso nei confronti della natura e del verde. Esistono altri modi per eliminare le piccole sconnessioni autostradali laterali alla carreggiata magari attraverso una programmazione annuale manutentiva della pavimentazione di vostra  competenza – scrive Barbagallo -.E mentre le nostre diverse segnalazioni telefoniche circa lo stato di degrado della pavimentazione nell’area e del guard rail sono cadute nel dimenticatoio, i tagli di importanti alberi sono avvenuti con grande celerità senza tener conto del valore ambientale e storico degli stessi. L’Amministrazione Comunale che rappresento ha deciso di chiedere il riconoscimento “monumentale” degli alberi presenti nell’area del Casello Autostradale, come alberi di pregio, per cui Vi diffidiamo dal continuare il taglio di questi stupendi esemplari”.

Il primo cittadino chiarisce: “Dopo un sopralluogo e dopo aver constatato il taglio indiscriminato di alcuni esemplari di Pino nell’area antistante il casello autostradale e dopo le innumerevoli chiamate al CAS e al suo direttore, senza alcuna risposta, ho inoltrato formale lettera di diffida al taglio degli esemplari rimasti. Non può continuare tale scempio solo per qualche piccolo dissesto ai lati della corsia, dovuto alle radici. Ci sono altri modi per ovviare al problema, quale ad esempio, la manutenzione stradale della pavimentazione che chiedo da mesi. Abbiamo chiesto più volte anche la sistemazione del guardarail ormai divenuto pericoloso, nonché la nuova segnaletica orizzontale ormai scomparsa”,- evidenzia Roberto Barbagallo. “Non abbiamo ottenuto alcun risultato, mentre il taglio di alcuni Pini secolari è avvenuto in un solo giorno, segno che quando si vogliono fare le cose le risorse si trovano. Ho dato mandato agli uffici di avviare le procedure per inserire i Pini secolari rimasti in vita all’interno del registro degli alberi di pregio presenti nel nostro territorio”.

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