Diventa un caso politico la vicenda di via Decollati a Palermo dove per quattro volte il Comune ha cercato di affidare un immobile confiscato che sorge non distante dalla missione Speranza e Carità ad una famiglia in attesa di una abitazione

Gli assegnatari in lacrime

Per quattro volte gli assegnatari che, in lacrime, avevano firmato l’affidamento sperando di avere così risolto la propria emergenza abitativa, sono fuggiti nottetempo. Attorno all’abitazione abitano i parenti del mafioso a cui l’immobile è stato confiscati e questo rende il quartiere inabitabile per gli assegnatari. L’intero isolato sembra essersi rivoltato contro l’assegnazione e i parenti avrebbero  cercato in tutti i modi di intimidire gli affidatari. Per qualcuno è bastata solo qualche parolina all’orecchio ai componenti delle famiglie che stavano per prendere possesso dell’abitazione. Parole chiare che hanno fatto desistere chi era riuscito dopo anni ad ottenere l’agognata casa.

La molotov contro chi resiste

L’ultimo nucleo familiare, anche questi in gravissime condizioni, ha cercato di resistere. Nonostante le minacce ha trascorso una notte nell’abitazione ma la notte seguente, quella appena trascorsa, qualcuno ha lanciato una molotov contro la finestra finita sul balcone. A nulla è servita la mediazione anche di un parroco di frontiera che ha cercato di mettere fine a questa continua serie di intimidazioni.

La denuncia di Ferrandelli

Ad assegnare l’immobile è stato l’assessorato guidato da Fabrizio Ferrandelli che ha presentato una circostanziata denuncia in questura. Proprio questo pomeriggio il prefetto Massimo Mariani ha convocato un incontro per affrontare questo caso alla presenza delle forze dell’ordine e dell’assessore comunale.

E’ braccio di ferro fra Stato e mafia

“La vicenda relativa all’assegnazione di un bene confiscato a Cosa Nostra è stata immediatamente segnalata alla Commissione Nazionale Antimafia. È cruciale che vengano adottate tutte le misure necessarie per prevenire un clima intollerabile per il riuso dei beni confiscati. La nostra lotta contro la mafia e la criminalità organizzata è un impegno costante e intransigente. Ogni atto di intimidazione e corruzione sarà contrastato con fermezza e determinazione” dicono adesso il parlamentare Carolina Varchi e il senatore Raoul Russo, componente della Commissione nazionale Antimafia.

“Siamo in costante contatto con il Prefetto di Palermo, al quale abbiamo assicurato il nostro massimo sostegno e collaborazione. Questo è un momento cruciale per riaffermare la nostra determinazione nel garantire che ogni bene confiscato sia restituito alla collettività, a riprova che la mafia non avrà mai la meglio sulle istituzioni e sul rispetto delle leggi”.

Ma il vero problema è l’uso dell’immobile, se assegnato a scopo abitativo la famiglia assegnataria rischia di restare stritolata in questo braccio di ferro esattamente fra l’incudine e il martello

I beni confiscati

Sono complessivamente 526 i beni confiscati che affidati ai Comuni delle province di Agrigento, Palermo e Trapani. Palermo ha fatto la parte del leone con 370 immobili e 112 terreni per un totale di 482 beni. Beni che adesso il comune vuole, correttamente, utilizzare. Ad Agrigento ci sono 61 beni confiscati: 16 immobili e 45 terreni. A Trapani infine 19 i beni confiscati che saranno consegnati, 5 immobili e 14 terreni.

 

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