Tre anziani in passato accusati di mafia sono morti in queste ore. Due in ospedale e uno ai domiciliari. Si tratta di Calogero Caruso di 80 anni di Torretta ricoverato all’ospedale Cervello, Pietro Pollichino, di Contessa Entellina, di 83 anni ricoverato all’ospedale dei Bianchi di Corleone e Vincenzo Vallelunga di 74 anni che si trovava agli arresti domiciliari.

Chi erano

Caruso nel 2021 era finito in carcere, e poi condannato a 9 anni in appello nel 2023 nel blitz che fece riemergere l’asse mafioso fra i boss del mandamento palermitano Passo di Rigano, a cui la famiglia di Torretta appartiene, e gli americani. Pollichino aveva finito di scontare una condanna per mafia a sei anni e otto mesi. Era ritenuto esponente del mandamento di Corleone. Nel 2020 per decisione del tribunale di sorveglianza di Potenza era stato scarcerato dalla casa circondariale di Melfi e andato agli arresti domiciliari.

Vallelunga coinvolto recentemente in un’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Palermo sulla gestione di una condotta idrica abusiva. Vallelunga era stato arrestato insieme ad altre quattro persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate commesse avvalendosi del metodo mafioso e reati in materia di armi.

L’immobile confiscato “vietato” in via Decollati

Per quattro volte il Comune di Palermo ha cercato nelle ultime 48 ore di affidare un immobile confiscato alla mafia nella zona di via Decollati, non distante dalla missione Speranza e Carità.

Gli assegnatari in lacrime

Per quattro volte gli assegnatari che in lacrime hanno firmato l’affidamento sperando di avere così risolto la propria emergenza abitativa, sono fuggiti nottetempo. Attorno all’abitazione ci abitano i parenti del mafioso e che hanno cercato in tutti i modi di intimidire gli affidatari. Per qualcuno è bastato solo qualche parolina all’orecchio di uno dei parenti che stavano per prendere possesso dell’abitazione. Parole chiare che hanno fatto desistere chi era riuscito dopo anni ad ottenere l’agognata casa.

L’ultimo nucleo familiare, anche questi in gravissime condizioni, ha cercato di resistere. E nonostante le minacce ha resistito e ha trascorso una notte nell’abitazione. La scorsa notte qualcuno gli ha lanciato una molotov contro nel balcone. A nulla è servita la mediazione anche di un parroco di frontiera che ha cercato di mettere fine a questa continua serie di intimidazioni.

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