“Ritengo che vietare in maniera assoluta l’utilizzo degli smartphone sotto i 16 anni e dei social network sotto i 14, non sia la soluzione più adeguata per gli adolescenti. Credo, invece, che sia necessario un utilizzo più consapevole di tali strumenti da parte dei giovani e auspico una maggiore vigilanza da parte delle famiglie”.

Lo ha detto il presidente del Corecom Sicilia, Andrea Peria Giaconia, a proposito dell’appello lanciato dai pedagogisti al Governo, per chiedere una stretta sui cellulari e sui social, rispettivamente sotto i 14 e 16 anni.

L’appello vip

“Smartphone e Social Media: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”, questo è il titolo dell’appello diffuso il 10 settembre, firmato da personalità di primo piano del mondo della pedagogia, dell’educazione e della cultura, della psicologia dell’arte e del cinema. Dal pedagogista piacentino Daniele Novara ad Alberto Pellai, da Pierfrancesco Favino a Carlotta Natoli, sono tante e in aumento le persone che chiedono al governo di “impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16”.

Chi lo ha presentato

Michele Zappella, Paola Cortellesi, Roberto Farné, Valeria Golino, Anna Oliverio Ferraris, Luca Zingaretti, Silvia Vegetti Finzi, Stefano Accorsi, Bruno Tognolini, Pietro Sermonti, Raffale Mantegazza, Anna Foglietta, Alberto Oliverio. Sono solo alcuni nomi che con questo appello si mobilitano per “aiutare le nuove generazioni”. “È ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media” si legge nell’appello, che vede Daniele Novara ed Alberto Pellai come primi firmatari “I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi”.

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