Non emergerebbe alcun coinvolgimento esterno nella strage di Altavilla Milicia, dove Antonella Salamone e i suoi figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, sono stati uccisi lo scorso febbraio. Le indagini, concluse dalla Procura di Termini Imerese, non hanno rilevato tracce di un presunto “santone” o mandante occulto che avrebbe potuto ispirare o guidare a distanza il massacro.

Analizzati telefonate e messaggi, nessuna prova di un coinvolgimento esterno

Come riportato dal Giornale di Sicilia, l’analisi di centinaia di file contenenti audio, trascrizioni di conversazioni e messaggi dei quattro indagati non ha fornito elementi a supporto dell’ipotesi di un coinvolgimento esterno. La Procura, pertanto, ritiene che il perimetro del triplice omicidio sia limitato a Giovanni Barreca, sua figlia diciassettenne, Sabrina Fina e Massimo Carandente, attualmente in carcere.

Le dichiarazioni di Barreca e la smentita degli altri indagati

Giovanni Barreca, in diversi colloqui con il suo avvocato, aveva fatto riferimento a un misterioso individuo con cui Massimo Carandente avrebbe comunicato durante il rito esorcistico. Secondo Barreca, questo individuo avrebbe potuto fornire istruzioni su come disfarsi del corpo di Antonella Salamone, ritrovato poi sepolto nel giardino.

La versione di Sabrina Fina e Massimo Carandente

Sabrina Fina e Massimo Carandente negano qualsiasi accusa di omicidio. Entrambi ammettono di aver utilizzato i loro telefoni durante i giorni della strage, ma solo per comunicare con persone esterne al contesto del delitto. La coppia sostiene di essere stata ospite a casa di Barreca per circa una settimana con l’obiettivo di placare gli animi tesi della famiglia attraverso la preghiera.

Perizia psichiatrica per Giovanni Barreca

Proseguirà nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto la valutazione psichiatrica su Giovanni Barreca. I periti dovranno stabilire se al momento della strage l’uomo fosse capace di intendere e di volere e se sia in grado di partecipare al processo. La relazione dovrà essere consegnata al Gip Valeria Gioeli entro il 13 novembre.

La linea difensiva di Barreca

La difesa di Barreca, rappresentata dall’avvocato Giancarlo Barracato con la consulenza della criminologa Roberta Bruzzone e dello psichiatra Alberto Caputo, punta a dimostrare l’incapacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei fatti. Barreca, che si dice preda del delirio mistico, sostiene di non ricordare nulla della strage e di essere stato come “imbambolato”.

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