“Noi ex dipendenti AlmaViva poi impiegati nella Covisian denunciamo una realtà produttiva di oltre mille lavoratori che sta per chiudere nel silenzio generale, e non sembra interessare a nessuno”. A dirlo è Alfredo Falletta dipendente dell’azienda,  con oltre 300 dipendenti, ex AlmaViva e della commessa Alitalia, che rischia la chiusura a breve. I dipendenti si sentono abbandonati dai sindacati, e lo dicono senza mezze misure.

La storia

Da oltre 10 anni, gli ex dipendenti AlmaViva, azienda operante nella tecnologia dell’informazione e nei servizi di esternalizzazione, si sono dovuti adattare ad una condizione lavorativa precaria. Dopo un lungo periodo di cassa integrazione, molti lavoratori sono stati assunti direttamente da Ita, ma non tutti hanno avuto la stessa sorte. La restante parte ha dovuto affrontare un altro periodo di 15 mesi di cassa integrazione, stravolgendo il proprio percorso professionale.

Il possibile passaggio dei lavoratori alla commessa Verti

Il 23 settembre si profila come una data cruciale: il passaggio alla commessa Verti (azienda online di assicurazioni) potrebbe segnare una nuova fase per i lavoratori coinvolti. Tuttavia, la transizione è avvolta nel mistero e nell’incertezza. “Fino ad ora, non è stata fornita alcuna comunicazione ufficiale riguardo all’applicazione della clausola sociale A o B” – ha specificato Falletta – I lavoratori coinvolti temono che i loro diritti vengano disattesi.

Negata l’assemblea sindacale

Nonostante le ripetute richieste dei lavoratori di convocazione di un’assemblea sindacale, queste sono state sistematicamente negate. La mancanza di dialogo tra le parti sta alimentando un clima di tensione e frustrazione tra i dipendenti.

“Durante l’ultima transizione da un’azienda ad un’altra abbiamo perso 18 mesi senza alcuna progressione di carriera e – dichiara Alfedo Falletta – non percependo inoltre un salario immediato – continua – questa situazione si sviluppa nel silenzio più totale, oltre mille dipendenti rischiano la propria sicurezza occupazionale”.

Le voci dei lavoratori si levano forti e chiare, chiedendo maggiore trasparenza e un impegno concreto da parte delle aziende coinvolte.

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