Dibattito sulla riforma della cittadinanza e sullo Ius scholae. L’argomento è tornato alla ribalta in queste settimane.

Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati, sottolinea: “È un bene che si parli della riforma della legge di cittadinanza. La nostra è ormai una società sempre più multirazziale e multietnica ma dobbiamo chiederci se ci sono le risorse per lo ius scholae e inoltre, se è sufficiente completare un corso di studi per ritenersi e diventare italiani. Io penso di no”.

“Non basta completare studi per diventare italiani”

Romano prosegue: “La nostra società è ormai sempre più multietnica. È quindi da apprezzare che Tajani abbia posto in generale la questione. E allora, a proposito di ius scholae: è sufficiente completare un ciclo di studi per sentirsi italiani, per diventarlo con la richiesta della cittadinanza italiana? Io credo di no: serve anche e soprattutto la condivisione di valori fondanti, il riconoscimento e l’adesione a principi costituzionali e democratici, di libertà, di rispetto delle norme”.

“Da chiedersi se ci siano risorse per Ius Scholae”

“Ma faccio anche un’altra considerazione, sulla base di uno studio condotto da Stephen Holmes e Cass Sunstein in una loro pubblicazione dal titolo ‘Il costo dei diritti’. I due politologi sostengono che per un vero, effettivo riconoscimento di alcuni diritti occorra verificare se vi siano adeguate coperture economiche. Ebbene, in un Paese come il nostro, con un debito pubblico consolidato di 3 mila miliardi di euro e con tante emergenze strutturali nei confronti delle quali il governo Meloni ha già ottenuto importanti risultati, abbiamo le risorse per una riforma della cittadinanza sulla base dello ius scholae?”.

“Si velocizzino tempi per dare cittadinanza a chi ha requisiti”

Romano sottolinea: “Ritengo che nel frattempo si possa e si debba intervenire per velocizzare i tempi per il riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta e che ne hanno i requisiti e che oggi sono costretti ad aspettare per 4 o 5 anni cosi come credo che a livello europeo sia importante armonizzare e rendere uniforme la normativa per il riconoscimento della nazionalità nei vari paesi”.

“Dibattito su riforma cittadinanza si può affrontare in Parlamento”

Il coordinatore politico di Noi Moderati conclude: “Sono convinto che il dibattito sulla riforma della cittadinanza possa essere affrontato in Parlamento, in modo laico, evitando strumentalizzazioni e forzature. In linea generale, ritengo che su temi rilevanti come questo o su quelli eticamente sensibili e che riguardano i diritti della persona, spetti alla politica colmare eventuali lacune normative piuttosto che a provvedimenti giurisdizionali”.

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