Delicato trasporto questa mattina dall’ospedale di Trapani all’Ismett di Palermo. Il trasporto ad alto rischio è stato diretto dalla centrale operativa del Sues 118 bacino Palermo Trapani coordinato da direttore Fabio Genco. Il paziente di 56 anni a gennaio scorso è stato sottoposto a trapianto di cuore presso l’Ismett di Palermo e che da ieri era ricoverato nel reparto rianimazione dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani per una polmonite.

Le gravi condizioni

Le condizioni stavano peggiorando ed era necessario un ricovero al centro trapianti. Le gravi condizioni cliniche hanno reso molto complesso il trasferimento per il quale è stato utilizzato l’elicottero del 118 con a bordo un rianimatore e un infermiere di area critica e attrezzato con tutte le tecnologie per potere affrontare una situazione di estrema gravità come questa.

Il trasporto

I sanitari della rianimazione di Trapani hanno stabilizzato le condizioni cliniche del paziente e approntato le prime cure per rendere possibile il trasferimento. Dopo un volo di circa 20 minuti l’elicottero del 118 è atterrato presso l’eli superficie dell’ospedale Civico di Palermo dove è stato preso in consegna da una ambulanza del 118 con rianimatore a bordo e trasferito all’Ismett per il proseguimento delle cure.

L’operazione all’Ismett

Il cuore arriva a Palermo in una scatola: pulsante e battente. E’ stato eseguito presso Ismett il primo trapianto grazie alla tecnologia “Heart in the box”. Si tratta del primo intervento di questo tipo eseguito nel Mezzogiorno. La tecnologia messa a punto negli Stati Uniti è stata utilizzata fino ad ora nei migliori centri trapianti di Europa e Nord America.

La novità

“Il cuore – spiega Sergio Sciacca, responsabile del Programma di Trapianto di Cuore di Ismett – è arrivato presso il nostro centro trasportato in una sorta di scatola sterile, un dispositivo all’interno del quale l’organo è perfuso con il sangue del donatore e continua a pulsare. Con questa tecnologia si riducono i tempi di sofferenza ischemica dell’organo cardiaco, perchè durante il trasporto il muscolo cardiaco continua a ricevere sangue ed ossigeno per le proprie funzioni metaboliche. E’ possibile, inoltre, eseguire controlli biochimici ed acquisire dati che assicurino sulla buona funzionalità del cuore una volta trapiantato”.
Il prelievo è stato eseguito da un’équipe di Ismett composta da cardiochirurghi (Sergio Sciacca e Matteo Greco), perfusionisti (Andrea Giunta e Rosi Longo) ed un infermiere di sala operatoria (Giancarlo Cappello). L’organo prelevato è stato collegato al dispositivo ed irrorato durante un lungo viaggio di circa 6 ore, continuando a battere fino all’arrivo in sala operatoria ad ISMETT. Qui è stato trapiantato ad un paziente siciliano in lista d’attesa da due anni.

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