L’amministrazione non valuta il servizio civile dichiarato nella domanda di partecipazione da una candidata catanese, ma i giudici del Tar impongono la rettifica della sua posizione in graduatoria.

La candidata aveva indicato come titolo aggiuntivo lo svolgimento del servizio civile nazionale, ma l’amministrazione non lo ha valutato in quanto da bando era ritenuto valido solo quello europeo. Essendo i due percorsi entrambi validi e pertanto equiparabili, la candidata si è rivolta agli avvocati Francesco Leone e Simona Fell e ha proposto ricorso per ottenere l’equiparazione del servizio nazionale.

Il giudice amministrativo ha accolto e ha disposto la rettifica della sua posizione in graduatoria. In tal modo, la candidata potrà anch’essa firmare la presa di servizio.

Le parole dei legali

“L’errata attribuzione dei punteggi – spiegano i legali – è una delle irregolarità più frequenti che purtroppo rischiano di bloccare la strada a tantissimi candidati meritevoli”.

Con il ricorso, i legali hanno chiesto e ottenuto, non solo il riconoscimento dell’equipollenza del servizio civile nazionale equiparato a quello europeo richiesto dal bando.

“Troppo spesso, le amministrazioni ragionano a compartimenti stagni – concludono gli avvocati – e non attribuiscono i giusti punteggi a percorsi formativi differenti ma egualmente validi. Siamo lieti che i giudici, invece, abbiano capito la bontà delle nostre tesi e risarcito il danno”.

Concorso al Policlinico di Palermo, Tar conferma l’esito graduatoria

A metà aprile, i giudici del Tar hanno confermato la legittimità del concorso per due posti di prima fascia di Chirurgia generale bandito dall’Università di Palermo. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso proposto da un candidato che aveva chiesto l’annullamento del concorso per il quale erano risultati vincitori il professore Giorgio Romano, assistito dal avvocato Salvatore Raimondi e il professore Antonio Agrusa, assistito dagli avvocati Michele Cimino e Giorgio Troja.

I giudici accogliendo le tesi dei legali dei due medici che si sono aggiudicati i posti hanno ritenuto prive di fondamento le numerose censure mosse dal ricorrente concernenti sia i criteri adottati dalla commissione giudicatrice sia i titoli scientifici dei vincitori.