Bancarotta e riciclaggio all’ombra del clan mafioso e per garantire gli interessi della cosca. Dalle prime ore di questa mattina, oltre 60 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, stanno dando esecuzione, nella provincia di Catania, a un’ordinanza con cui il G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto misure cautelari personali e reali nei confronti di 10 persone indagate, a vario titolo, per di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’associazione mafiosa “PILLERA-PUNTINA”.

Le ultime operazioni analoghe della Finanza

neanche una settimana fa una operazione analoga era stata portata a termina della Guardia di finanza anche nel trapanese ma in quel caso con il sequestro delle quote di un villaggio turistico.

I finanzieri del Comando Provinciale di Trapani, su disposizione della Procura della Repubblica, in  quella occasione hanno dato esecuzione alla misura cautelare reale del sequestro preventivo, emessa dal gip del locale tribunale, delle quote e del compendio aziendale di tre società di San Vito lo Capo attive nel settore ricettivo per un valore complessivo di un milione e 200mila euro, facenti capo a due coniugi, indagati, a vario titolo, per i reati di bancarotta fraudolenta e di autoriciclaggio. Nei confronti di quest’ultimi è stata, inotre, applicata la misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di San Vito Lo Capo e il divieto di esercitare attività d’impresa per la durata di anni uno.

Due settimane prima, sempre nel trapanese, era toccato anche ad una società di Custonaci attiva nel settore della lavorazione del marmo. L’azienda è di proprietà di tre persone indagate, a vario titolo, per i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale e di autoriciclaggio.

Il provvedimento scaturisce dalle attività di polizia giudiziaria poste in essere dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Trapani, su delega della locale procura della repubblica, nei confronti di una società a responsabilità limitata operante nel citato settore merceologico, fallita nel 2022.

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