Per un’Europa giusta per salvare l’agroalimentare italiano è la sfida lanciata dal Coapi – Coordinamento Agricoltori e Pescatori italiani, composto da circa 40 associazioni, a margine dell’incontro tenutosi a Roma nella sede italiana del Parlamento europeo, il 28 giugno scorso.

La campagna

Nei mesi scorsi è partita la campagna “#99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca italiana”, un’iniziativa che parte dal basso perché non è più possibile delegare altri per salvare i settori strategici del Made in Italy. Nell’ambito del dibattito, anche il Presidente dell’ass.ne Le Partite iva Italia Angelo Distefano, cofondatore del Coordinamento, punta il dito contro la politica che ha gestito sino ad oggi uno dei pilastri dell’economia italiana, senza tenere conto che l’Italia non è più competitiva come gli anni che hanno caratterizzato il boom economico, in cui i produttori italiani esportavano i prodotti di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo per la qualità e le proprietà benefiche, perché coltivati in territori tipici italiani che non hanno eguali al mondo. Eppure – commenta Distefano – le politiche degli ultimi vent’anni hanno favorito l’importazione di prodotti senza regole chiare e trasparenti, colpendo di fatto tutela delle merci e rispetto delle regole sanitarie e sindacali.

Le parole di Distefano

Non poteva mancare l’accenno al Piano Mattei- conclude DiStefano- che impegna il governo italiano ad aiutare i paesi come la Tunisia, il Marocco, l’ Egitto e la Turchia, per favorire il loro lo sviluppo economico, mentre gli agricoltori , i pescatori e gli allevatori italiani, sono ostaggio di regole assurde e l’importazione da altri paesi non è soggetta a regole e controlli.
Non mi riconosco in questo paese in cui sono cresciuto tra valori e dignità della persona, del lavoro e della fatica di tutti i giorni nei campi. Per questo abbiamo deciso di unire le forze e cooperare per riprenderci la vera sovranità e non quella scritta sui titoloni dei Ministeri o degli annunci della politica.