“Proprio stamattina assieme a Francesco Zavatteri, il papà di Giulio, siamo andati a ritirare il mezzo che permetterà alla sua associazione di andare per i quartieri della città (Palermo) per provare a salvare i ragazzi che per strada si fanno di crack”. A dirlo il deputato regionale Ismaele La Vardera (Sud chiama nord) dopo aver ritirato il mezzo che diventerà unità mobile contro il crack.

L’associazione La Casa di Giulio

“Il mezzo, che sarà gestito dall’associazione La Casa di Giulio, verrà inaugurato a settembre poiché adesso sarà serigrafato, medicalizzato e preparato per avere al suo interno tutto l’occorrente. Quando qualcosa che hai immaginato diventa realtà, non può che essere qualcosa di bello. Ricordo quando nella finanziaria destinai parte del mio plafond (80 mila euro) per questa iniziativa, che a distanza di un anno diventa concreta e che fra qualche mese potrà aiutare centinai di ragazzi a uscire da questa brutta piaga del crack. Un grazie speciale va alla famiglia Zavatteri, che dopo aver perso Giulio, non si è arresa ma anzi ha sollecitato la politica per evitare che quello che è accaduto nella loro famiglia si possa ripetere”.

Il crack

Il crack è una sostanza stupefacente nata in America e diffusasi a partire dagli anni ottanta. Ricavata tramite processi chimici dalla cocaina, essa viene poi assunta inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome. È stata originariamente concepita e sintetizzata per uno scopo ben preciso: era destinato ai cocainomani cronici come sostituto della cocaina, in quanto l’assunzione nasale della cocaina provocava la distruzione dei tessuti nasali, per cui l’unica modalità di assunzione alternativa era rappresentata dall’inalazione.

Tuttavia non essendo la cocaina volatile come, per esempio, l’eroina, si è reso necessario sviluppare questa nuova droga. Probabilmente perché non sufficientemente indagata prima che venisse utilizzata a scopo terapeutico, ha cominciato a creare dipendenza nei cocainomani anziché servire solo da palliativo (vedi epidemia del crack). Successivamente il crack si diffuse anche tra chi non assumeva inizialmente cocaina

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