“La rivoluzionaria visione di Danilo Dolci è, a cento anni dalla sua nascita, di estrema attualità. L’impegno per sperimentare nuovi modelli educativi e le lotte per la giustizia sociale, l’approccio maieutico reciproco e gli “scioperi a rovescio”, sono testimonianza del segno indelebile che il sociologo, educatore e attivista non violento di Sesana, a partire dal Secondo Dopoguerra, ha lasciato non solamente in comuni come Trappeto e Partinico ma in tutta l’Isola”. Hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia.

“Danilo Dolci – proseguono Amenta e Alvano – rappresenta un esempio che, andando oltre gli stretti steccati delle ideologie e delle appartenenze, scuote le coscienze dei siciliani. Con la forza morale unica di chi pur venendo da fuori ha scelto di impegnarsi in quest’Isola, richiama i siciliani al dovere di non essere rassegnati e indifferenti, di non arrendersi alle difficoltà, ma pronti a spendersi per la giustizia sociale ed il progresso civile con determinazione e coraggio. Di essere ancora capaci di lottare per gli ultimi e gli invisibili, anche solamente con le nude mani della non violenza e senza temere la prepotenza delle mafie e di quei rappresentanti delle Istituzioni che per interesse tradiscono i valori costituzionali.”

“Questa Terra – concludono il presidente e il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – ha un debito di gratitudine nei confronti di persone come Danilo Dolci, un debito che può essere ripagato solamente con la memoria e attraverso l’impegno civile e sociale”.


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