Il giudice del lavoro di Siracusa Luca Gurrieri ha confermato la sentenza di condanna nei confronti del ministero della Giustizia-Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la casa di reclusione di Augusta per condotta antisindacale nei confronti di un dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, agente penitenziario in servizio nel carcere di Augusta.

La vicenda

Il sindacalista, oltre un anno fa, si rese protagonista di alcune denunce, attraverso comunicati stampa ed interviste rilasciate agli organi di informazione, legate alla gestione della casa circondariale, tra cui l’organizzazione del lavoro, chiamando in causa l’amministrazione penitenziaria, inoltre sollevò il caso dei due detenuti morti in ospedale per le conseguenze di uno sciopero della fame.

La sanzione e la sentenza di primo grado

Al dirigente del Sippe, affiliato al Sinappe, fu comminata una sanzione disciplinare che, in primo grado, nell’agosto del 2023, il giudice del Lavoro di Siracusa annullò, condannando il Dap e la Casa di reclusione di Augusta al pagamento delle spese sostenute dal Sippe per un importo di 1500 euro.

Il ricorso

Sia il Dpa che la Casa di reclusione di Augusta hanno presentato ricorso ma il giudice di secondo grado non solo ha rigettato il ricorso ma ha anche aumentato la condanna alle spese, che ammontano a 2 mila euro.

Il Tribunale di Siracusa, nella sentenza, “afferma – spiegano dal Sippe –  che il dirigente sindacale Sebastiano Bongiovanni, nella pubblicazione del comunicato stampa e dei post (posti dall’Amministrazione alla base della sanzione disciplinare della deplorazione), ha espresso – quale rappresentante sindacale e non come semplice lavoratore – la propria posizione critica nei confronti del datore di lavoro nel pieno esercizio della libertà e dell’attività sindacale, senza che possa ravvisarsi una pubblica campagna denigratoria lesiva del prestigio del datore di lavoro”

Bongiovanni, “giustizia è fatta”

“Oggi posso dire che giustizia è fatta – dice Bongiovanni – ma ho già dato mandato ai miei legali per valutare ogni azione a tutela della mia persona in quanto i comportamenti vessatori subiti in questi anni, nonché le flessioni in negativo delle note caratteristiche professionali, hanno arrecato un danno alla mia progressione in carriera, oltre ai danni subiti alla mia salute”.