Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi propone un ritratto da parte di uno studente della classe I sez. D del Liceo scientifico Filolao di Crotone, Mario Dattoli, incentrato su una figura di alta statura morale che antepose il senso del dovere e il bene della collettività a qualsiasi forma di deviazione dalla giustizia. Stiamo parlando di Vincenzo Leonardi, imprenditore e sindacalista nel settore agroalimentare. Negli anni Novanta per le sue attività condotte con scrupolo venne eliminato; effettivamente il suo ambito di lavoro, l’agricoltura, costituendo la prima fonte di reddito insieme all’allevamento fin da tempi antichi, divenne obiettivo delle mire economiche di gruppi organizzati a sfondo criminale. Con la modernità tale comparto è diventato foriero di guadagni incredibili per le mafie: basti pensare che, secondo i dati relativi al 2019 dell’osservatorio Agromafie, il volume d’affari in questione costituiva il 10 per cento del ricavato totale di tutte le attività criminali mafiose in Italia pari a 24,5 miliardi di euro. Sicuramente Vincenzo avrà opposto una serie di veti alle sollecitazioni esterne rispetto anche al suo impegno con i lavoratori e ne avrà pagato le conseguenze.

Adesso riusciamo a percepire alcuni meccanismi che stanno all’interno di queste realtà anche grazie alle sentenze dei tribunali che mettono in evidenza situazioni complesse e molto intricate come quella del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in gran parte passata in giudicato, relativa processo cd Sud Pontino con la quale si chiarirono le alleanze tra clan siciliani e campani (Gaetano Riina, fratello di “Totò” e quella dei Casalesi, famiglia Del Vecchio – Schiavo ) per spartirsi il monopolio del trasporto su gomma. Oggi il giovanissimo studente Mario Dattoli ricorda Vincenzo così:

“Era il 13 giugno del 1991 quando a Catania la mafia siciliana di Cosa Nostra uccise Vincenzo Leonardi, un imprenditore siciliano e al contempo un importante rappresentante sindacale del consorzio agricolo, titolare di un’impresa di trasporti. Rivestì, anche, il ruolo di Presidente della cooperativa ortofrutticola chiamata “Trinacria” che operava nel mercato catanese.

Leonardi si trovò a scontrarsi con le richieste estorsive e le intimidazioni tipiche della criminalità organizzata, infatti fu ucciso dalla mafia perché si rifiutò di accettare le richieste estorsive e perché cercò di contrastare l’influenza mafiosa.

L’omicidio di Vincenzo Leonardi, come quello di molte altre vittime della mafia, mostra come la violenza della mafia si scaglia contro le persone oneste lige ai propri valori e ai propri doveri, rispettose delle “LEGGI” dello Stato. Noi studenti saremo sempre dalla parte di Vincenzo e della legalità”.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU


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