Alessandro D’Andrea Calandra dà voce alla speranza e pubblica “Quartu Savona Quinnici”, brano che dedica alla memoria della strage di Capaci. Un messaggio forte, con parole che invitano a riflettere. Per non dimenticare, per guardare avanti e andare oltre questa tragedia evitando che si ripresenti in altre forme.
Reduce dal successo del suo primo album intitolato “Sicilia vacanti”, il cantautore agrigentino trasferitosi in Veneto diventa accorato cronista di un passato che ritorna. Un ricordo che non si estingue e che resta vivo, quello di “Quartu Savona Quinnici” (https://www.youtube.com/watch?v=9_r5W8vw9iM), indelebile nel nostro comune sentire. Ferito a morte nel maggio di trentadue anni fa.
Un mese che Alessandro D’Andrea Calandra celebra con un pezzo in dialetto, dando libero sfogo allo stile musicale della sua terra natia. Una lirica nella quale la straordinaria bellezza del paesaggio nasconde una realtà difficile da affrontare. Quando, per il disegno infame e criminale di esseri casualmente umani, persero la vita degli eroi.
Quel maggio del 1992 a Capaci, vicino Palermo, un vero e proprio atto di guerra contro l’intera comunità italiana. Un sanguinoso atto criminale contro l’umanità tutta. “Quarto Savona Quindici” è il nome in codice dell’auto blindata che, per prima, saltò in aria in quel terribile sabato 23.
Alle parole e alla musica di Alessandro D’Andrea Calandra il compito di tenere vivida l’immagine, di onorare i figli migliori di questa terra. Benedetta e maledetta allo stesso tempo. La sua canzone vuole essere un tributo al dono estremo dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Laura Morvillo e degli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “Quartu Savona Quinnici”: finché ci sarà memoria, avremo la speranza.
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