I carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato un 22enne trapanese per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. I militari, impegnati in un servizio perlustrativo notturno, hanno incrociato nei pressi della zona industriale l’auto del 22enne che, priva della targa anteriore, procedeva a velocità elevata. Il giovane, alla vista dei carabinieri, ha aumentato la velocità cercando di far perdere le proprie tracce, attuando manovre pericolose per sé e per gli altri utenti della strada. Dopo un inseguimento lungo le strade cittadine il 22enne è stato infine raggiunto e arrestato. A seguito dell’udienza l’arresto è stato convalidato.

Posto di blocco a Messina

Durante un posto di controllo alla circolazione stradale, i carabinieri hanno intimato l’alt ad un 20enne messinese con precedenti penali che, per nulla intenzionato a fermarsi e farsi controllare, ha premuto l’acceleratore ed ha intrapreso una fuga per le strade della periferia nord di Messina, dando così il via ad un inseguimento, per fortuna senza conseguenze, che si concludeva con la cattura del giovane, arrestato con l’accusa di porto abusivo di armi e munizioni, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione.

È quanto accaduto nella tarda serata del 23 giugno scorso, quando i carabinieri della Stazione di Messina Faro Superiore, dopo un breve inseguimento, hanno bloccato il fuggitivo e recuperato l’arma che il medesimo aveva gettato finestrino durante l’inseguimento, accertando che si trattava di una pistola calibro 7,65 con relativo caricatore e tre colpi inseriti. Il giovane, sottoposto ad una perquisizione, è stato trovato in possesso di ulteriori 8 proiettili dello stesso calibro dell’arma, occultati nella tasca dei pantaloni.

Condotto in caserma in stato di arresto, il 20enne messinese si trova ora agli arresti domiciliari presso la sua abitazione, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La pistola con il relativo munizionamento è stata sequestrata e inviata ai Carabinieri del RIS di Messina per il relativo esame balistico, volto alla verifica relativa all’eventuale utilizzo, in particolare se sia stata usata per commettere crimini. Dalle verifiche svolte nell’immediatezza, i carabinieri sono riusciti a risalire alla provenienza dell’Arma, che risulta essere stata rubata nel 2016 in un’abitazione di Enna.