E’ attesa in giornata la decisione del Governo regionale sulla scelta delle discariche per i rifiuti da utilizzare dopo la chiusura del sito di Lentini, di proprietà della Sicula trasporti, per mancanza di autorizzazioni da parte dell’assessorato al Territorio ed Ambiente  e della valutazione di impatto ambientale della Città metropolitana di Catania e dell’Arpa.

Le alternative

“Aspettiamo la firma dell’ordinanza straordinaria da parte del presidente della Regione, Renato Schifani, crediamo che le alternative potrebbero essere Enna, Siculiana e Gela” dice il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, uno che, da tempo, lancia l’allarme sugli enormi costi dei Comuni per il conferimento dei rifiuti, specie nella discarica di Lentini, i cui amministratori hanno aumento il prezzo, ormai intorno ai 400 euro a tonnellata: una impennata dovuta alle spese per il trasferimento dei rifiuti fuori dall’isola.

I costi dei Comuni

“Tali costi rischiano di vanificare gli straordinari sforzi degli amministratori siciliani, che sono riusciti ad aumentare progressivamente le percentuali di raccolta differenziata in tutta l’Isola portandola al 65% in 274 comuni su 391” aveva detto il mese scorso Amenta nel corso dell’audizione presso la III Commissione della Camera dei Deputati.

La manovra correttiva

Peraltro, l’Anci da tempo preme perché la Regione dia un contributo ai Comuni per pagare gli extra costi per i rifiuti. “La previsione nella manovra correttiva di 50 milioni – hanno detto Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – per gli extra costi dei rifiuti rappresenta senz’altro un fatto positivo. Ricordiamo che tali risorse sono state stanziate grazie alla battaglia che l’ANCI Sicilia ha portato avanti sin dal gennaio del 2024, da quando cioè è stato annullato il decreto del Dirigente generale del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti (n. 1389 del 7 novembre 2023) che prevedeva un parziale ristoro degli extra costi sostenuto dai comuni esclusivamente tra la seconda metà del 2022 e la prima metà del 2023. Tale annullamento ha creato un vero e proprio buco nei bilanci”. “Auspichiamo adesso che il Parlamento regionale approvi la manovra in tempi brevi in modo tale che i comuni possano utilizzare tale contributo per il Piano economico finanziario e per la determinazione della TARI 2024”.