A partire dalle prime ore del mattino del 20 giugno, lungo il golfo di Palermo, su iniziativa della guardia costiera e di concerto con la marina militare, è stata eseguita l’operazione “Pollex 2024”, un’esercitazione complessa volta a testare la risposta ad un’emergenza inquinamento in mare. Coordinata dalla guardia costiera, l’esercitazione ha visto il coinvolgimento di diverse forze in un’azione per mettere alla prova la macchina operativa e la capacità di coordinamento tra i soggetti che intervengono in casi di emergenza.

L’esercitazione, è stata caratterizzata da uno scenario realistico. Un incidente a bordo della nave cisterna “Wine Trader”, ingaggiata appositamente per l’esercitazione, ha simulato lo sversamento di gasolio in mare a causa di un incendio divampato a bordo della stessa e contestualmente, è stato simulato un malore da parte di un membro dell’equipaggio, impegnato nelle operazioni di soccorso.

L’esercitazione

Immediatamente dopo l’allarme, diramato dalla sala operativa della capitaneria di porto, è scattato il piano di emergenza locale. Un dispiegamento di forze, tra cui la guardia costiera, i vigili del fuoco, la marina militare e i rimorchiatori, è intervenuto per fronteggiare l’emergenza.

“Le operazioni si sono concentrate sul contenimento della macchia inquinante – ha dichiarato Nicola Silvestri, capo servizio operazioni della direzione marittima di Palermo – nelle operazioni di disinquinamento è stato impiegato, oltre al mezzo “Castalia” dotato di dotazione antinquinamento, anche tre pattugliatori della marina militare”.

Attraverso delle panne contenitive, piazzate lungo la zona inquinata, è stato possibile arginare il propagarsi della macchia di gasolio, agendo contemporaneamente con un depuratore calato per mezzo una gru, introdotto nella macchia inquinante e adoperato alla depurazione dell’acqua marina.

L’azione congiunta della Marina Militare

L’esercitazione ha inoltre previsto l’azione congiunta della prima squadriglia pattugliatori della marina militare. Una delle prime azioni messe in atto dai membri dell’equipaggio della nave “Sirio”, è stata il dispiegamento delle barriere contenitive la cui funzione è quella di circoscrivere la macchia inquinante impedendone l’espansione.

Parallelamente, sono stati attivati i sistemi di “Skimming discoil”, capaci di aspirare e separare gli idrocarburi dell’acqua marina, riducendo drasticamente l’impatto ambientale dello sversamento.

“In estrema ratio – ha dichiarato Michele Angelicchio, comandante del pattugliatore d’altura “Sirio” – siamo pronti ad intervenire con sostanze chimiche specifiche che, disperse sulla macchia, ne accelerano la degradazione, limitando al minimo i danni all’ecosistema marino”.

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