Elijah, il bimbo arrivato ieri dal Burundi, è stato operato, questa mattina, dal team della cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Un intervento complesso, a cuore aperto, che salverà la vita ad un altro piccolo del Burundi. “Una vicenda che seguiamo con trepidazione – dichiarano Totò Cuffaro e Stefano Cirillo presidente e vicepresidente dell’associazione onlus Aiutiamoilburundi -. Il primario Agati ci ha informati della rata patologia di Elijah, affetto da una cardiopatia congenita complessa caratterizzata da malformazioni multiple intracardiache che interessano la valvola aortica e valvola polmonare. Ci attendono molte ore con il fiato sospeso ma preghiamo certi del buon risultato”.

Il caso della piccola Adonai

“La sanità siciliana, come detto più volte, e la Cardiochirurgia di Taormina rappresentano eccellenze internazionali che non possono essere messe in discussione. Siamo certi che questo ponte umanitario con il Burundi rappresenta il modo migliore di fare sanità ed è per tutta la Sicilia motivo di orgoglio. Continueremo la nostra battaglia per mantenere l’eccellenza di Taormina dando la possibilità a tanti bambini, che arrivano anche da lontano, di potere avere una speranza di vita”, concludono. Un caso simile qualche mese fa ha riguardato la piccola Adonai, la bambina di un anno arrivata dal Burundi e operata presso la cardiochirurgia pediatrica di Taormina per correggere una malformazione cardiaca, uscita dalla terapia intensiva e tornata a sorridere con la sua mamma.

La richiesta di deroga

Proseguono le interlocuzioni tra la Regione Siciliana e il ministero della Salute sul futuro del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Nei giorni scorsi il presidente Renato Schifani, accompagnato dal dirigente generale del dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Iacolino e dal capo di gabinetto di Palazzo d’Orleans Salvatore Sammartano, ha incontrato il ministro Orazio Schillaci. Al centro della riunione la richiesta di deroga al “decreto Balduzzi”, che prevede una struttura ogni 5 milioni di abitanti, così come avviene già in Veneto (con Verona e Padova), avanzata lo scorso 15 maggio dalla Regione.