Dal 19 Giugno 2024 l’Italia cambia e approva un azzardo per il suo futuro, l’Autonomia Differenziata.

Non più una Repubblica unica e indivisibile come recita l’ormai vetusto Art. 5 della Costituzione italiana, ma con l’approvazione della legge sulle autonomie regionali, probabilmente, si avvicina più ad una federazione di Regioni che andranno per loro conto, ed agganciate tra di loro dalla politica estera e da questi sconosciuti ed incomprensibili LEP (livelli essenziali delle prestazioni), che a detta di alcuni dovrebbero riequilibrare i livelli socioeconomici delle varie regioni per una crescita equilibrata dell’intera Nazione e non lasciare nessuno in dietro.

L’autonomia differenziata è un concetto che darà la possibilità alle regioni italiane di ottenere una maggiore autonomia rispetto a quanto previsto dal quadro costituzionale nazionale in un notevole numero di materie, e che metterà in soffitta l’idea di sussidiarietà che dovrebbe contraddistinguere la nostra Nazione.

In questa nuova condizione come SINALP ci poniamo la domanda fatidica, ma il Sud, ma la Sicilia, come si troveranno con questa nuova regola?

La Sicilia, in quanto già regione a statuto speciale, possiede con il  R.D.L. del 15 maggio 1946, n. 455 una sua autonomia, tra l’altro con Carta Costituzionale, conosciuta come lo Statuto Siciliano.

Lo Statuto Siciliano, approvato nel 1946, è un documento che conferisce alla Regione Siciliana poteri legislativi, amministrativi e fiscali in vari settori, come l’agricoltura, la pesca, il turismo, i beni culturali e le risorse naturali.

Questo Statuto è stato concepito per riconoscere la specificità storica, culturale e geografica dell’isola, garantendo una gestione più locale delle risorse e delle politiche regionali.

Purtroppo al di là di quanto scritto nello Statuto Siciliano, la nostra Regione non è mai riuscita a far applicare questa Costituzione per intero.

Di fatto l’Italia non ha mai permesso la piena attuazione del nostro Statuto.

Quindi l’amletico dubbio, se la ormai cronica crisi economica che attanaglia la nostra Regione, sia causata dalla mancata piena attuazione dello Statuto, oppure da una incapacità della nostra classe politica di saper amministrare la struttura socio/economica regionale.

Questa riforma costituzionale, fortemente voluta da sempre dalla Lega, anche se in passato anche il centrosinistra ha sventolato la bandiera dell’autonomia differenziata, ci lascia quantomeno fortemente perplessi.

L’invenzione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) di per sé non è una garanzia di equità tra le varie regioni che compongono l’Italia.

Anzi se gestiti egoisticamente dalle Regioni economicamente più ricche, cristallizzeranno le condizioni socio economiche delle regioni più povere, ed impediranno nel futuro il loro sviluppo, visto che riceveranno i finanziamenti necessari a mantenere quei livelli cristallizzati nel tempo.

Per capire meglio questi LEP prendiamo ad esempio la gestione del tempo pieno nelle scuole; secondo i dati ministeriali raccolti da Tuttoscuola nel 2022, ultimo dato disponibile, il 48,7% del totale delle classi nelle regioni del Centro Nord utilizza il tempo pieno, mentre nelle regioni del Mezzogiorno si è appena al 20,6%, e questo per mancanza di adeguati finanziamenti e non per incapacità organizzativa.

Già solo questo aspetto, per molti versi secondario rispetto ai grandi problemi che assillano questa nazione, ci fa capire quante opportunità di lavoro vengono meno nel Sud ed in Sicilia, basti pensare alla mancata gestione occupazionale delle mense scolastiche

Se usassimo i LEP per cristallizzare questa condizione, le Regioni del Sud, nel comparto scuola, non avranno più la possibilità di raggiungere le regioni del nord visto che lo Stato Centrale finanzierà il tempo pieno solo per quel “cristallizzato” 20,6% delle scuole.

Come SINALP riteniamo l’approvazione di questa riforma costituzionale l’occasione per chiedere finalmente la piena applicazione del nostro Statuto e la restituzione di tutti i fondi che ad oggi lo Stato Centrale ha arbitrariamente trattenuto e non riconosciuto alla Sicilia.

L’applicazione integrale dello Statuto Siciliano può essere finalmente la via maestra per rafforzare l’autonomia regionale, migliorare la governance locale e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini siciliani.

Se non riusciamo ad ottenere l’applicazione piena dello Statuto allora riteniamo che questa riforma vanificherà sviluppo economico e crescita sociale della Sicilia e dei Siciliani.

La Direzione Regionale

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