Negli ultimi decenni abbiamo sempre asserito che Gela non è un luogo normale, troppo anomalie, troppe incongruenze, troppe falsità, troppe diffamazioni.

A Gela è facile leggere che esponenti dell’antiracket vengono rinviati a giudizio, e l’associazione sciolta definitivamente; che superpoliziotti di fatto sono super-corrotti; o in altri casi minacciano con teste di maiale mozzata i colleghi; che sindaci della legalità provengono da ambienti oscuri; che questori diventano deputati regionali con 18 voti. Gela è la città dove tutto è all’incontrario di tutto, la colpa è dei comunicatori di falsità che senza senso di responsabilità e pudore sono gli untori di mendaci verità, sono soggetti che protetti dalla magistratura hanno di fatto distrutto una località. L’arma di disinformazione è un’arma potentissima che serve per proteggere gli amici, creare personaggi, eliminare i nemici. Bastano pochi euro, una conduzione teatrale o televisiva, il regalo di una borsa, la concessione di un’area sportiva, per creare un personaggio bello, buono. Bisogna ricordare ai magistrati e comunicatori di falsità che le organizzazioni criminali sono prima di tutto disinformazione, e solo la meritocrazia, la competenza, lo studio crea sviluppo in un territorio abbandonato da Dio e dagli uomini.

Il risultato di questa grande confusione che regna da trent’anni; Gela è invivibile, nei posti amministrativi si posizionano incompetenti e ignoranti amici dei comunicatori di falsità o organici al “Sistema Gela”, la città ormai è una piuma sparsa al vento, che non ha speranza.

Le elezioni del 8-9 giugno 2024 passeranno alla storia democratica italiana; non hanno precedenti nella storia delle elezioni amministrative europee, forse mondiali dei paesi sviluppati: a tre giorni dalle urne chiuse i candidati al consiglio comunale non conoscono i loro voti di preferenze, a Gela regna il caos, l’anarchia assoluta, la guerra elettorale di fatto non si è assopita, anzi è stata riaccesa.

50 presidenti di seggio si sono ritirati poche ore prima delle elezioni, sostituiti con gli amici segnalati; scrutatori improvvisati e incompetenti che hanno reso una barzelletta le elezioni comunali di Gela; alcune sezioni si sono bloccate nello scrutinio, alcuni presidenti conteggiavano candidati comunali nelle elezioni europee, e candidati europee in quelle comunali, l’intervento del segretario generale del Comune e del personale del Comune ha peggiorato la situazione, alcuni ridono, altri si tirano i capelli, negli occhi e nei volti di tutti si legge rassegnazione, rabbia, disgusto. Attualmente gli uffici elettorali sono in tilt, i responsabili comunali non sanno utilizzare il software nuovo, arrivato qualche settimana prima e non testato.

Da ieri si è insediata la prima commissione elettorale, dal Tribunale è arrivato un magistrato, assistito dalla Guardia di Finanza, stanno procedendo alla verifica del voto e proclamare gli eletti. Ci vorranno giorni. Intanto la tensione cresce in città e alcuni candidati raccontano di voti verificati dai rappresentanti di lista e dati come assegnati ma poi non presenti nel verbale finale (a Gela succede spesso) e di altre gravissime anomalie tipiche durante le elezioni della Città del Golfo.

Questa di Gela passerà alla storia come la prima elezione barzelletta della storia democratica europea. Logicamente previsti una pioggia di ricorsi, si vocifera che le elezioni barzellette di Gela verranno annullate, fatto mai accaduto in Italia dalla costituzione della Repubblica Italiana.


Francesco Agati 

Luogo: Gela, San Francesco , 1, GELA, CALTANISSETTA, SICILIA

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